Tuesday, August 08, 2006

A proposito di CDL / Fini come Manzoni: cari leader, non fate i pollastri

«I leader della Casa delle Libertà devono capire che non è il momento di fare i Polli di Renzo». Usa una metafora di manzoniana memoria Gianfranco Fini, per ammonire i colleghi del centrodestra, e forse in particolare l’ambiguo alleato democristiano, in queste settimane tentato dalla prospettiva di una grosse koalition all’italiana per soccorrere la fragile maggioranza di Romano Prodi. Non fare, cioè, come i polli che mentre venivano portati da Renzo Tramaglino all’Azzeccagarbugli non trovavano di meglio da fare che beccarsi vicendevolmente.

«Centrodestra unito contro Prodi»
«Dobbiamo lavorare insieme perché il governo Prodi duri il meno possibile – spiega Fini, intervenuto venerdì al PalaVolkswagen – anche perché credo che i nostri elettori tutto vogliano fuorché vedere comportamenti che favoriscano il centrosinistra». Detto questo, «la nostra resta un’opposizione intelligente, perché dire sempre “no” è sbagliato», e cita il voto favorevole della Cdl al rifinanziamento della missione in Afghanistan. Va giù duro sull’Unione al governo: «sta facendo una politica di sinistra radicale, di classe, ideologica, e sono certo che alcuni elettori di Prodi, magari già indecisi, se potessero rivotare, cambierebbero scelta». Glissa di fronte alle pungenti domandine di Cisnetto, Verderame e Calabrò (E’ vero che ci sono stati degli scontri interni sulla leadership del centrodestra? Il prossimo candidato della Cdl sarà ancora Berlusconi?), ma è chiaro sulla prospettiva in caso di caduta del Governo: «si deve tornare a votare».

«Amato non cancelli la nostra legge»
Quanto al voto agli immigrati, Fini conferma quanto detto in mattinata, quando visitando il “ghetto” padovano di via Anelli (e ricevendo alcuni insulti in una lingua incomprensibile) aveva sottolineato la mancata integrazione di tanti gruppi extracomunitari: «c’è una pervicace volontà di ostentare un’identità opposta a quella italiana. Dare la cittadinanza non significa automaticamente realizzare l’integrazione, perché quando si concede un diritto si deve chiedere un dovere». A questo proposito, Fini si dice «preoccupato di fronte all’intenzione del ministro Amato di smantellare il pilastro della legge Bossi-Fini, cioè il permesso di soggiorno solo a chi è in possesso di un contratto di lavoro». Infine, una dichiarazione che dà il senso di quanto i tempi dell’MSI, checché se ne dica, siano lontani: «l’Italia deve darsi un modello politico di stampo europeo, del tipo moderati e liberali contro socialdemocratici… Che cos’è il Partito popolare europeo se non l’ideale contenitore delle forze della Cdl, e cioè Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC?». Poi, a distanza di ventiquattr’ore, lo stesso Fini spiegherà al “Giornale” che sì, insomma, dei democristiani nel partito unico si può anche fare a meno… Ma questa è un’altra storia. FC

© Il Notiziario di Cortina, 2006

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