Tuesday, March 25, 2008

Comment votent les ouvriers


Fonte: sondaggio Demos & Pi per Coop. www.demosonline.it

Saturday, March 22, 2008

"L'amore che sono capace"

«Voglio questo figlio, voglio allevarlo e crescerlo con tutto l'amore che sono capace». E' la intensa poesia un po' sgrammaticata della giovanissima pordenonese che, come riferisce oggi il Gazzettino, vuole a tutti i costi fare nascere il bambino che è in lei, generato dalla relazione con un ragazzo albanese. Quindici anni, i suoi vorrebbero farla abortire ma lei si ribella. «Con papà e mamma ho sempre avuto un discreto rapporto, così mi sono confidata. La prima idea è stata quella di farmi abortire, ma io credo in Dio e nei principi della Chiesa. I miei genitori mi hanno insegnato che un figlio non si può "uccidere"».

Che brava e coraggiosa questa quindicenne. Oggi è nata una nuova Filumena Marturano.

Thursday, March 20, 2008

Ieri sera


Ieri sera è successo un altro piccolo miracolo, uno di quei segni splendidi disseminati nell'esistenza da un’intelligenza universale, da un amore unico. Stavo uscendo da un autobus, a Termini, e immerso in pensieri vari e banali andavo verso la fermata del tram che sta un paio di vie là dietro. Ho pensato a papà. Mi capita spesso, ma stavolta è stato piuttosto improvviso, appunto un attimo prima stavo pensando davvero a tutt’altro. Ho guardato certi palazzi lontani, in direzione di Piazza Vittorio, che arretravano nella penombra della sera, mentre invece il piazzale della stazione era così tutto illuminato; e la cosa mi ha messo inquietudine, come se al di là delle nostre piccole luci confortevoli ci fosse un buio ignoto e remoto. La domanda più semplice e più drammatica: dove sei papà? Un brivido e una lacrima. Volto appena lo sguardo: in quell’esatto istante, nello stradone che avevo appena attraversato, ecco, compare la sua macchina, la Lada Niva, dello stesso colore rosso sangue, quasi bordeaux, che aveva la sua. L’ho notata con la coda dell’occhio e mi sono fermato senza parole.
Quante macchine come quella, quanti altri gipponi sovietici, carrozzoni ingombranti e brutti, residui di un altro tempo, ci saranno in tutta Roma? Cinque? Dieci? Trenta...? Quante di quel colore, di quel tipo, in quel momento... Era forse la prima volta che ne vedevo una uguale a quella di papà da un anno o anche di più.
Quanta solitudine colmata, in certi essenziali momenti, solo che lo vogliamo. Ieri è successo.

Tuesday, March 18, 2008

Nordisti immaginari

Partito Democratico e questione settentrionale. Riuscirà Walter a conquistare i voti dei ceti produttivi del nord? A documentare l'impresa disperata c'è un libro di Marco Alfieri, "Nord terra ostile" (Marsilio).

Le suggestive parole d'ordine del libro: la secessione di velluto; il mito del gigantismo; una società a capitalismo diffuso; la religione della famiglia-impresa; la lombardovenetizzazione del centro Italia.

Su Terza Repubblica è online una mia breve recensione.

Saturday, March 15, 2008

Aggiunto link

E' DemCon Watch, un osservatorio accurato sulla strada per la convention dei Democrats, con sondaggi e analisi anche piuttosto inusuali (da lì ho appreso che il vantaggio di Hillary negli unpledged delegates è crollato da 100 a 30 nelle ultime settimane). Me lo suggerisce Andrea, amico veronese che per ammirevole masochismo che sfugge alla mia comprensione è andato a studiare in quella linda prigione che dicono essere Singapore.

Thursday, March 13, 2008

"Fine" di Prodi?


Il re è morto. Chi era il re? Romano Prodi sta lasciando la politica (ma non del tutto, e non per sempre), e i giornali si sono prodotti in una serie di analisi sul passato e futuro del prodismo come sistema.

1) Prima ci sono stati Fabio Martini sulla Stampa, e soprattutto Edmondo Berselli sulla Repubblica di lunedì scorso: "il prodismo", spiegava Berselli, è stato principalmente "una ciambella di salvataggio di fronte all'avanzata della destra". Dunque se ora l'alleanza ulivista concepita da Prodi scompare, è perché "è stato decostruito lo schema politico" su cui Prodi aveva fatto riferimento, "non c'è più bisogno di organizzare una resistenza alla destra". "E' l'ora di una tardiva secolarizzazione della politica".

2) Oggi sul Foglio parla Francesco Forte, che oltre ad essere stato ministro negli anni ottanta per il Psi craxiano è stato anche professore e intellettuale legato al dotto liberalismo piemontese. Raccontando delle circostanze in cui si trovò a conoscere Romano Prodi, Forte ne disegna un profilo di personaggio serio e acuto. Poi spiega come nacque e crebbe il prodismo e soprattutto i prodiani, attorno alla casa editrice bolognese del Mulino, che sotto Prodi si trasforma da editore liberale con lo sguardo ai cattolici a cattolico con lo sguardo verso i liberali. Avverte però Forte che tanto liberali, soprattutto nei metodi, i prodiani non si dimostrarono; e ripete che no, non siamo alla fine del prodismo. Anzi.

3) Intanto Dagospia pubblica le prime indiscrezioni su che fine faranno alcuni esponenti del clan prodiano, a cominciare da Claudio Cappon e da Maurizio Prato. E' una conferma di quanto dicono tanto Berselli che Forte sulla virtù tecnocratica di Prodi, grande esperto della gestione di pezzi di establishment, della mediazione tra gruppi di potere diversi; e, insieme, della stretta fedeltà politica che lega a lui i suoi diretti collaboratori. Vedi, ad esempio, la levata di scudi di Arturo Parisi alla notizia che Calearo festeggiava la fine imminente del governo; vedi la pronta difesa del fedelissimo Franco Monaco quando si è tentato di accostare prodismo e dossettismo.

Quelli a cui più dispiace che Prodi se ne vada, forse, sono i Radicali. Ci sono alcune ragioni: una, scontata, potrebbero essere i posti rilevanti che avevano avuto modo di occupare in questi due anni all'ombra del ministro Bonino, che non a caso è stata la più docile e meno problematica tra tutti gli alleati di Governo (lo ripete insistentemente Carlo); e non ci sarebbe niente di scandaloso, tranne che questo smentirebbe quanto si è sempre detto a proposito della "differenza" antropologica di Radicali e missini rispetto alle altre etnie politiche. L'altra è più profonda, e riguarda l'obiettivo, la missione che il prodismo, soprattutto in quest'ultima fase politica, si era dato: consolidare l'alleanza trasversale contro un certo tipo di cattolicesimo, a favore di un altro, più "moderno", permeabile e malleabile sul fronte dei valori. "Sono un cattolico adulto", disse con snobismo Prodi; il suo voto al referendum sulla Legge 40 fece scalpore, e così anche la difficile mediazione della cattolica Rosy Bindi a favore dei Dico. I Radicali a questo sistema si accodano volentieri, perché sentono che non è il momento di nuove battaglie sulla laicità, e dunque è meglio, tatticamente, consolidare e difendere quelle già combattute. Insomma: impossibile uno zapaterismo all'italiana, perdente in partenza di fronte al ricco e articolato tessuto cattolico della società, va bene anche il prodismo, che garantisce un sistema di valori molto aperto, quasi remissivo, in tema di diritti, di fronte alle richieste radicali.

"Il mondo è pieno di occasioni dove c'è gente che aspetta aiuto e pace", ha detto con i consueti accenti fanciulleschi e insieme un po' messianici Prodi stesso. Cioè si chiude una fase, anche per un parziale fallimento; ma se ne apre un'altra. Insomma. Prodi non è finito. Il prodismo nemmeno.

Sunday, March 09, 2008

Riassunto candidature

Ad uso e consumo (quasi) esclusivo del sottoscritto, cioè come puro promemoria elettorale. Vediamo di fare un po' il punto (molto incompleto) sulle strane candidature della strana campagna 2008:

PD

Uscito e rientrato Ceccanti, il costituzionalista, ora in lista in Piemonte; uscito ma non rientrato quel galantuomo riformista di Peppino Caldarola; niente ricandidatura per Antonio Polito, che però è tornato a dirigere il Riformista; capolista in Campania D'Alema, in Puglia l'ex ministro per le politiche agricole De Castro; molto eterogenee le liste in Veneto, dove si va dai liberali Morando (Senato) e Calearo (Camera) alla cattodem Bindi, al giacobino Felice Casson, a Maria Pia Garavaglia, vicesindaco di Roma, che è candidata anche in Lazio, dove capolista al Senato è Franco Marini.

PDL

Niente candidatura per Capezzone; Jannuzzi, storico socialista di Forza Italia, è fuori pure lui; dentro Santo Versace, sembra; i confindustriali: D'Amato ha detto no, Andrea Riello anche lui, ma suo cugino Ettore invece si candida in Veneto 2, così come l'avvocato padovano Pietro Longo; Vendemiano Sartor, presidente Confartigianato Veneto, è candidato in Veneto 1, mentre Giancarlo Galan è capolista al Senato. Confermato, con notevole assenza di novità interessanti, tutto lo stato maggiore di An. Candidate di peso: Eugenia Roccella, femminista con ripensamenti cattolici, Fiamma Nirenstein, giornalista filo-israeliana; Souad Sbai, agguerrita attivista dei diritti di origine marocchina, rigorosamente laica; il giornalista garantista Giancarlo Lehner. Si tratta sulla candidatura del figlio di Clemente Mastella, Pellegrino; Manuela Di Centa, friulana, candidata in Alto Adige, Michaela Biancofiore dall'Alto Adige paracadutata in Campania, Michela V. Brambilla dalla Brianza paracadutata in Emilia, Deborah Bergamini dal suo blog paracadutata in Toscana. Licia Ronzulli, che non si è capito se è la massaggiatrice del Cav. o semplicemente una "del suo staff medico", è candidata pure lei. La divina Mara Carfagna, infine, al terzo posto in Campania alla Camera dietro Berlusconi e Fini.

LEGA

Umberto Bossi è candidato alla Camera Piemonte 1, Roberto Calderoli invece , grande stratega parlamentare, riconfermato al Senato, sempre in quella regione; sempre al Senato, in Emilia Romagna dietro al capolista Castelli c'è Torri, e poi al terzo posto, quindi senza possibilità reali di essere eletta, il vicesindaco di Lampedusa Angela Maraventano (quella che chiedeva l'annessione alla Lombardia, credo).

SINISTRA

Fausto Bertinotti, candidato premier, è in lista a Roma, Franco Giordano in Toscana, Alfonso Pecoraro Scanio in Puglia; Diliberto ha rinunciato al posto in Piemonte per l'operaio della Thyssen Ciro Argentino (e ora che farà? qualcosa di simile a quello che già fa Piero Fassino nel Pd, probabilmente, e cioè l'instancabile animatore); Rita Borsellino è capolista al Senato in Emilia Romagna, e dopo di lei viene Paolo Cento, rotondeggiante politico dei verdi; è saltata in Alto Adige la candidatura di Marco Boato, sembra a causa di un veto di Rifondazione, ed è un gran peccato;

VARIE ED EVENTUALI

La Marini (Valeria) forse scende in campo "a difendere i diritti delle donne"; Franco Grillini, storico rappresentante del movimento gay, deluso dal Pd è candidato coi socialisti di Boselli, ma a sindaco di Roma; gli stessi socialisti hanno offerto simbolicamente un posto nelle liste a Mastella, per solidarietà primorepubblicana tra reciproci esiliati politici, ma Mastella pur ringraziando non ha accettato, e Boselli si è mostrato molto comprensivo.

Saturday, March 08, 2008

Un pomeriggio come tanti

Piazza Farnese, 15.30. Giovanni Lindo Ferretti ha cominciato già, canta e parla, è musica e poesia. Dice cose intense e ispirate, forse doveva candidarsi lui. Ci sono i foglianti sul palco, Crippa, Meotti, poi vengono anche la Valensise, Pace; c'è Giuliano che parla anche lui, "non siamo eroici ma ragionevoli", e "sono edonista e mangione", e il resto è parte della consueta prosa antiabortista. Ci siamo noi del pubblico, io e l'amico Billi, pochi ma buoni come si dice, 200-300, facciamo anche 500, e tra noi quel genio solitario di Vincino e quell'altro genio scurrile di Andrea Marcenaro. "Andrea, ci fai ridere, ma con disincanto, senza pretese, come è giusto", gli dico. "Grazie... Di dove siete... Massa Marittima? Cortina? Ah voi cortinesi, montanari, lontani, un po' tirolesi... Ciao bello, ciao, stammi bene". Ci sono le femministe ragionevoli, e quelle un po' irragionevoli che gridano e schiamazzano dalla via là vicino; ma sono poche, per quanto rumorose, arrivano passano e vanno via, senza lasciare il segno, come i tagli che ti fai d'estate, come i graffi del gatto. Un amico mi scrive: "tutto bello ma il foglio 1.0 è altrove. A Piazza Farnese è solo goliardia". Può essere ma in questa piazza illuminata e allegra, sotto il cielo scuro che minaccia la pioggia, è bello esserci. Io intanto ripenso a Filumena Marturano e alla sua splendida orazione pro-life fatta col core della donna di popolo, e la ragione antica di una religione che non invecchia.

Friday, March 07, 2008

Lontano, lontano



Le vesti lunghe e leggere, cinte ai fianchi, bianchissime, delle signore, provenienti dai negozi parigini. Gli uomini nelle loro uniformi, spesso marinaresche. Bambini che si riconcorrono, che fanno i circoli attorno ai grossi tronchi della taiga, che si buttano a terra, con grazia saltellano su un piede solo. Immagini di vacanze al mare, l'estate breve e fresca del Baltico forse, o quella della Crimea, quasi mediterranea. Una parata regale, i saluti della zarina Alexandra, cenni veloci del capo, e davanti i preti ortodossi che incedono severi - possiamo quasi vedere brillare gli ori delle tuniche, anche nel bianco e nero. Ecco Anastasia, Tatiana, Olga, Maria, Alessio: salgono su una carrozza, coi genitori. Poi la vettura parte, veloce esce di scena. Dove va?
Brevi frammenti dispersi nel tempo. Un mondo inconsapevole, fragile, aristocratico, che danza verso la catastrofe, gioca col proprio destino. C'è una incredibile poesia, una cosa struggente, malinconica, quasi surreale, nelle immagini dei Romanov, e nella loro fine consumata nel tumulto rivoluzionario (la penultima cruda immagine è la parete della stanza di casa Ipatiev a Ekaterinburg bucherellata dai colpi che uccisero i membri della famiglia). Ho trovato questo video su YouTube che unisce immagini e brevi filmati, è bellissimo. La zuccherosa colonna sonora è quella di Titanic, portiamo pazienza.

Saturday, March 01, 2008

Dedicato a voi (e ai vostri anagrammi)

Nei lunghi tempi morti, negli intercity polverosi che si arrampicano sull'Appennino, nelle pause-studio dilatate fino a durare il doppio dello studio stesso, insomma nei piccoli interstizi della quotidianità, ho fatto l'anagramma dei nomi e cognomi di alcuni amici padovani e non solo. I frequentatori assidui del blog si riconosceranno. (E' anche un piccolo omaggio a voi che avete condiviso con me questi quattro anni allegri e un po' incoscienti, belli perché nutriti di vera amicizia... ve ne sono grato, davvero).

Si comincia con la Claudietta, che può diventare l'esotica Dorilla Ucacotua, la famosa cioccolataia Tullia Durocacao, oppure assumere le sembianze un po' ingombranti e animalesche di Laura Odilotucca o Lucia Taurocaldo. Matilde, invece, amica cortinese, ama reincarnarsi nell'intrigante barista slovacca Melita Chelsudich, nella diva della Costa Azzurra Cécilia Du Helsh, o anche, perché no, nella nota cantante pop Mitica Chedullesh...

Carlo invece è noto anche come Renato Clemegna o Marco Lagentene, ma anche con il nome del bel tenebroso Ramon Gentelace, e chi non lo conosce; oppure a volte prende le sembianze della gentile impiegata bellunese Lorena Cementag, o della sua amica Marta Clorengene, famosa proprietaria di impianti natatori.

La Beatrice ha una sola collega, quella furba della Erica Zibbastuzie; idem per Stanilla, che ha lasciato in Polonia la sua conterranea Luisella Stanchich. Mentre Guja ogni tanto va a trovare Gulasch Chejui - di sesso ignoto -, a Budapest ovviamente, o il puzzolente Scag Huchieluj, di origini ignote per fortuna, o quella zozzona cagliaritana di Succhia L'Ughej.

Ettore è pieno di sosia improbabili. E non solo l'anonimo Franco Egattea e il rancoroso Renato Fegatac, ma anche quello strambo di Nereo Cafagatt, il qualunquista trevigiano Tacagno Fréate (un evasore del fisco, possiamo giurarci), o la sapiente Atena Crefagot... perché dobbiamo parlare degli impresentabili Fetore Cagnata e Argento Fecata, del serial killer Feroce Ganatta? O della vezzosa Garofanetta Cè, della povera Frocetta Anega, o di quel losco marpione che risponde al nome di Ateo Fregna Aca (chiaramente un romanaccio sospeso tra Porta Pia e il bordello della zona)?

Le equivalenti della Ludo, invece, veleggiano a ben altri livelli. Roba che conta: la elegante Donatella Cavallini De Vu, ad esempio, o l'anziana ereditiera Lionella Atavica De Lund, addirittura la famosa prostituta d'alto bordo Clotilde Vulva De Nailana!

Con Pavel si va sull'internazionale (e c'era da chiederlo): il suo preferito è sicuramente l'abbronzatissimo surfista californiano Ken Speillazevy. Ma se passate per Cracovia fate un salto dal grigio burocrate Ivan Pylsekzel, che solo a pronunciarlo vi è già passata la voglia di conoscerlo.

Riccardo detto Welrik, compagno di blog, si trasforma volentieri in Tancredi Bruciove, che a forza di erre moscia l'hanno pure battezzato così, o anche nell'enigmatico libanese Cirano Cved-Beirut, o in quel vecchio compagnone di Benito Verduricc! Dalle parti di Valdobbiadene sta anche il noto produttore Rudi Vinaceto, mentre è ormai leggenda la contessa rumena Beatrice Von Drincu, e le sue sbronze al chiaro di luna.

Gemelle ingombranti per la Giugi (Giulia, mia cugina), detta anche Liliana Vortussegi, o Luisa Ventosa Girli, e conosciuta nei night club milanesi come Trilli Von Aiagesus (tra il sacro e il profano), per non parlare della provocante Vania Gluteo Liriss... o della povera Vaginite Sol-Si-Urla!

Ma la Musa ispiratrice degli anagrammi, la regina incontrastata dei sosia enigmistici, insomma la vera vincitrice è lei, la Laura. Una caterva di alter ego. Possiamo cominciare con la insipida Michela Radura, ad esempio, o con l'anonima Daria Chelurma, per continuare con la caliente madrilena Carmela Hurida, con la misteriosa spia iraniana Clara Ahmirued, con la danzatrice argentina Marica De Rauhl, o con la dubbia Amalia Durcher (francese o friulana? dipende da come lo pronunci). Ma siamo solo all'inizio. Pensate infatti alla fiera contadina sarda Leda Marachiru; o a sua cugina, quella poco di buono di Chimera Ladrau; all'antipatica Acida Rumahler, certamente un'insegnante di piano, con morbidi richiami asburgici; o all'indefessa lavoratrice Crumira De Alah; per passare all'altro sesso con l'altero Adelchi Maurra o il brigante veronese Rudi Marachela; ma la Laura è conosciuta anche, udite udite, come Arachide Malur, Malaria Chedur, la tremenda Crudelia Harma; e, infine, la povera, emarginata, Chiara Merdula.