Monday, October 29, 2007

Il dopo-voto. E adesso?


I cortinesi hanno scelto: è un sì. Ma a che cosa?


Domattina, dalle 6.45 alle 8, sarò ospite della trasmissione di Canale Italia Notizie Oggi, condotta da Luigi Bacialli, per fare il punto della situazione dopo il voto referendario che ha visto prevalere con grande nettezza la volontà di congiungersi alla provincia di Bolzano. Per gli eroi che si alzano così presto - per studiare, per lavorare, per guadagnarsi il pane insomma - ci vediamo domani.

Sunday, October 28, 2007

Cultura e identità: domande impellenti, risposte ambigue



A Cortina d’Ampezzo in occasione di un referendum ci si interroga sulla propria “identità” ladina, in Germania si attenua una condanna per stupro in nome della “cultura” tradizionale sarda.
Su Agenda Liberale, rivista del Centro Einaudi, è online un mio intervento sul tema.

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Friday, October 26, 2007

Federalismo e identità: a Cortina referendum su un equivoco

Si vota domenica a Cortina, si vota a favore o contro l'Alto Adige. I cittadini cortinesi e i loro colleghi di Colle Santa Lucia e Livinallongo dovranno esprimersi su quello che in realtà è un grande equivoco. E' per i soldi o per l'identità che si va a votare? Ci si esprime sulla necessità di avere le stesse agevolazioni economiche del Sudtirolo o sull'affiliazione "etnica", cioè di sangue (parole testuali dei promotori del referendum) con i "cugini" della provincia di Bolzano?
Su questa ambiguità di fondo si è giocata la campagna grintosa e martellante del comitato del sì: votate perché siete, siamo ladini; oppure, se così non fosse, votate comunque, per "lanciare un segnale". In questo modo si spera di portare a votare anche chi ladino non lo è affatto, ma è stufo di una legislazione punitiva e poco vantaggiosa per Cortina e i comuni montani della provincia di Belluno.

Ma non è con le secessioni disinvolte e menefreghiste, né tantomeno con le semplificazioni e le generalizzazioni identitarie, che si costruisce il futuro di una piccola comunità che ha avuto il merito grandissimo di mantenersi tutto sommato unita e armoniosa lungo le vicende della storia recente. Armonia e unità che sono scomparse in questi mesi a Cortina, sostituite da un brutto senso di intimidazione e di sospetto: scritte che compaiono sui muri, parole minacciose, e di nuovo quel senso di vergogna, da parte di coloro che voteranno no, quel voto celato e non confesso, da portare nella tasca della giacca e da depositare in fretta nel segreto dell'urna.

Io che sono cittadino cortinese ma a Cortina sto solo per brevi periodi dell'anno, non ho alcun pudore referendario: voto e faccio votare no. Dico una cosa che di questi tempi è scandalosa: mi sento cortinese, veneto e italiano. Tutte e tre queste cose insieme. Probabilmente ci sono tanti altri che la pensano come me. Sperando che ancora una volta la dea delle elezioni ci grazi con la proverbiale maggioranza silenziosa.

Thursday, October 25, 2007

Un po' di round-up sulle primarie americane

1) Negli USA va molto di moda in questi tempi il dibattito sulla "spilla-bandiera". Cioè la spilletta da tenere ben in evidenza sul petto con il vessillo americano stilizzato. Chi la porta e chi no: Barack Obama (candidato alle primarie democratiche), ad esempio, ultimamente non ce l'ha più. Il 17 ottobre, al Jay Leno Show, ha dichiarato: "l'ho portata a lungo dopo gli attentati dell'11 settembre, poi quando l'ho persa non l'ho più sostituita". Scusante: "molti politici la indossano ma poi si comportano in modo anti-patriottico".

2) La settimana scorsa il governatore nero e democratico del Massachusetts, Deval Patrick (la cui trionfale elezione nell'autunno '06 era stata seguita su questo blog), ha reso esplicito il suo appoggio per Barack Obama. E' al tempo stesso una mossa prevedibile e rivoluzionaria. Prevedibile perché il giovane e nero (per quanto non afroamerican, ma soltanto afro) Obama è il candidato più naturalmente vicino a Patrick; rivoluzionaria perché nel gioco delle correnti della sinistra americana ci si sarebbe aspettati che dal Massachusetts bianco, atlantico ed elitario venisse un netto supporto a Hillary. E invece.

3) E' noto: nella difficile situazione dei Repubblicani in vista delle elezioni del 2008, c'è grande incertezza tra i christian conservatives americani su quale sia il "loro" candidato alle prossime presidenziali. Rudy Giuliani? Troppo liberal. Sam Brownback? Mike Huckabee? Troppo ininfluenti. Mitt Romney? Troppo banderuola. Così nella destra religiosa c'è chi pensa di correre da soli, con un proprio candidato. La proposta è emersa durante un incontro dei conservatori a Salt Lake City. "Errore fatale", risponde Huckabee: "così favorite Hillary, anzi, le garantite l'elezione". Che è peggio.

4) La senatrice democratica del Missouri Claire McCaskill, quella che si era resa nota sempre nell'autunno scorso per le posizioni di grande apertura sulla ricerca sulle staminali (ricordate lo spot elettorale di Michael J. Fox?), adesso punta sugli scandali nella capitale, Washington D.C.. Oggetto del contendere sono i line-standers, cioè privati cittadini pagati dai lobbisti per mettersi in coda. Cioè: siccome ottenere un posto in prima fila nelle aule dove si svolgono i dibattimenti che coinvolgono gli enormi interessi delle lobby è considerato prioritario, ma siccome stare in coda tra le 10 e le 20 ore è davvero un po' troppo, i lobbisti hanno preso l'abitudine di pagare qualcuno (circa 10 $ all'ora a quanto pare) per tenere loro il posto. Ma per la senatrice McCaskill questo è troppo, è offensivo e ingiusto. Tutti siamo uguali davanti alla legge: quindi anche i lobbisti devono mettersi in coda di persona. I più avveduti dicono però che il provvedimento della McCaskill non passerà mai...

Monday, October 22, 2007

Napolitano sempre peggio

Sembrava niente male, a febbraio scorso, l'inizio di settennato di Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica aveva usato parole decise sull'antisemitismo moderno travestito da antisionismo, in occasione della giornata della memoria, e poi il 10 febbraio quelle parole sacrosante, in bocca a un post-comunista, sulle foibe e le responsabilità slave. Poi però ha preso una brutta piega, specialmente questo autunno: un Napolitano sempre più bacchettone e pedante (soprattutto su vicende di pochissima importanza, vedi il caso Storace), e poi sorprendentemente debole, quasi connivente, con le trombe idiote dell'antipolitica e i vari vaffanculo nichilisti e - quelli sì - antiistituzionali. Ora arriva la strizzatina d'occhio ai magistrati militanti: "preoccupato" sul caso De Magistris, Napolitano fa sapere che "vigila" sull'autonomia della giustizia.

Si aggira lo spettro di Scalfaro, uomo di destra DC quanto Napolitano è di destra PCI. Sono lontani i tempi della retorica fanfarona ma innocua di Ciampi. Insomma aveva ragione chi, un anno e mezzo fa, chiedeva a gran voce l'elezione di Massimo D'Alema.

Saturday, October 20, 2007

Dal vostro corrispondente in Nordest

Roma: - L'hai poi trovato quell'outlet che cercavi?

Padova: -Sì ma non era un outlet, ma un magazzino per Veneto opulento con roba stupenda a prezzi altissimi. Cose che succedono solo qua

R. - Meraviglia. Come si chiama? Chiederò a Camilla

P. - Sorelle Ramonda, è una catena. Quella dove ero io sta a Montecchio tra Verona e Vicenza. Distretto delle cuoierie

R. - Immagino donne in spider che guidano sicure su quelle strade...

P. - Più o meno

Thursday, October 18, 2007

Tre riflessioni sul Pd

1) L'istituto ISPO di Renato Manheimer (non esattamente un rivale del Partito Democratico, vista lo smaccato supporto che gli ha tributato attraverso le colonne del Corriere negli ultimi sei mesi) ha pubblicato una serie di sondaggi che tentano di dare un volto al "popolo delle primarie" (numeri reali: dagli 1.8 ai 2.5 milioni di elettori). In uno di questi studi i votanti per ciascuno dei candidati principali vengono suddivisi per fasce d'età. Viene fuori che Veltroni va forte tra i 35-54enni (cioè sessantottini e post-sessantottini) e non se la passa affatto male tra gli over 54, che costituiscono la metà esatta del suo elettorato. Solo un elettore su otto (!) ha meno di 35 anni. Viceversa, quasi un terzo degli elettori di Bindi e Letta sono giovani sotto i 35, mentre entrambi questo candidati non raccolgono granché nella fascia 35-54, che personalmente ritengo la più ostile al rinnovamento ideologico di questo Paese. Non è un gran buon inizio per Walter.

2) Ieri a Otto e Mezzo si è parlato del processo a Totò Cuffaro. Non entro nel merito della sua vicenda politica né tantomeno in quella giudiziaria. Solo un'osservazione: dispiace vedere il numero due del Pd siciliano farsi interprete così zelante delle istanze della magistratura rossa, con i soliti toni agiografici che ci riportano al brutto biennio '92-'93. Spiace perché speravamo che dal Pci-Pds-Ds si fosse passati davvero a qualcosa di nuovo, e invece non è così; e siamo ancora qua a chiedere il solito ricambio generazionale, che in Italia, a quanto pare, è l'unico modo per risolvere i problemi.

3) In questo quadro non proprio brillante la cosa più carina e pittoresca sono stati i "tre giovani elettori" che come riferiva il lancio ANSA di domenica 14, ore 15, si sono recati da Reading in treno fino a Londra per votare Veltroni. La notizia non era del tutto chiara e non si è capito bene se siano riusciti a votare oppure no; ma comunque bravo a Riccardo, che è un mio amico e collega di blog e di università, e ai suoi colleghi, per la loro passione politica spinta quasi al masochismo. Speriamo si dimostrino un po' meglio della loro mediocre leadership. Io intanto li ho salutati con simpatia dagli schermi di Canale Italia, e per tutta risposta mi sono beccato i rimbrotti di un "giovane" che asseriva di avere fatto il '68, e che mi ha rimproverato di essere connivente con le "sette sorelle" del capitalismo. (?) Magari!

Sunday, October 07, 2007

In Borgogna, il cuore di Francia e d'Europa che ha perduto la memoria

Weekend a Digione. Si mangia male. Come mi avevano avvertito, il cibo per noi popolani è mediocre e costoso. Tranne che i formaggi ovviamente. Per il resto, una cascata di panna su tutto, sulle zuppe, sulle torte salate, persino sulla carne.
Quest'oggi abbiamo fatto la Route de Vins della Borgogna meridionale, una bella coperta di tessere gialle e arancio stesa sulla campagna lieve, monotona, della Francia centrale. Solo in Piemonte c'è in Italia un paesaggio simile, perché l'Appennino è più brioso, più minuto e insofferente delle grandi distanze, e là le colline ostacolano lo sguardo, rendono ogni scorcio una piccola corte naturale. Qua i vigneti si stendono pigri all'orizzonte e di quando in quando un "castello" vi trova spazio: castello tra virgolette, perché si tratta di belle dimore nobiliari di tempi in cui più che difendersi dal nemico ci si preoccupava già di godersi la vita. Delle ville romanticamente ispirate ai castelli medievali insomma. Vicino a Nuits giriamo qualche tornante tra le vigne e mi casca l'occhio sull'uva abbondante e sontuosa. Mi fermo, salto giù dalla macchina, rubo un grappolo. Ha gli acini piccoli, blu scuro, dolcissimi. Li succhio svelto e un po' avido. Passano due ragazzini in bicicletta - appellons la police! - scherzano. Torno su in fretta, metto in moto e li rincorro, la police, la police! gli faccio eco dal finestrino mentre gli sfreccio accanto. Il sole ci bacia. E' tutto un oro e un vermiglio.

Molte chiese, poche messe. Alle sei vago per Beaune in cerca di una funzione, ma niente, nella cattedrale solo un paio di celebrazioni alla mattina. Per il resto, tante chiesette dimenticate, portoni chiusi, sbarrati. A venti chilometri da qui è nata l'abbazia di Citeaux, a quaranta Cluny: eppure... Il Signore perdonerà mi dico: questa terra ha dimenticato come si faceva a pregare molto tempo fa, quando hanno cominciato a sconsacrare i loro antichi luoghi di culto e a trasformarli in "monumenti nazionali", come recitano i cartelli tricolori (quando va bene) oppure in gallerie d'arte contemporanea e in negozi di pashmine, quando va male.
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Appunti di viaggio. Le case in Francia, come il cibo, parlano di un passato tormentato. Fino al Quattrocento architettura e gastronomia rispondevano tuttalpiù ai bisogni immediati: un letto, un tetto, un campo, un piatto di cibo. Si mangiava più o meno quel che si mangia in Germania, zuppe e arrosti pieni di grassi animali che scaldassero; si viveva in quelle graziose casette coi muri a colombage con l'ossatura in legno, come quella da cui è ricavato l'albergo da cui scrivo - così schiette, rustiche, accoglienti come erano i tempi medievali che le avevano partorite. Poi viene il Rinascimento, la Ragione che tutto ordina. C'è un grande auto-disciplinamento, le case cambiano stile e si fanno austere, signorili, fredde: cambiano i materiali, dal legno alla pietra grigia, cambia l'aspetto e l'intenzione, cambia lo spirito. La cucina è riformata dagli echi italiani, il cibo sofisticato che usa al di là delle Alpi; ma con gli usi e i materiali ancora germanici e un po' barbari a farle da sostrato (di qui l'abuso di panna). Da cucina per vivere diventa cucina per gustare, per apprezzare, per stare bene. Questa è la modernità francese, che ha qualcosa di traumatico e di brusco rispetto alla nostra dolce e gentile scoperta della "maniera moderna", sostenuta e ammorbidita dalle rimembranze del passato romano. Questa è stata la loro prima, fondamentale rivoluzione.

Thursday, October 04, 2007

Cortina e il referendum

Bolzano dice "no" alla richiesta dei comuni dell'altopiano di Asiago di passare col Trentino Alto Adige. E adesso cosa succede a Cortina?

Ne parlerò stasera in collegamento telefonico durante la trasmissione di Luigi Bacialli, in onda su Canale Italia a partire dalle 19.

Wednesday, October 03, 2007

La Turchia e i conti col passato

Agenda Liberale, rivista online di approfondimento del Centro Einaudi, pubblica oggi un mio intervento sugli ultimi sviluppi politici in Turchia e la necessità di riconciliare passato ottomano e modernizzazione kemalista.

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