Monday, July 23, 2007

Uomini e cani

La settimana scorsa, quando ero a Cortina, ho preso il cane e sono andato a fare una gita con lui. Mi è sembrato naturale portarmelo dietro, come avevo già fatto, come quella volta due o tre anni fa che andammo in Val Travenanzes e io scelsi un percorso alternativo in mezzo al torrente, e per un gran numero di volte dovetti prenderlo in braccio perché le rocce erano troppo alte, e quasi facevo fatica a saltare persino io. Come quando andavamo sui prati sopra Chiamulera, ad aprile quando la terra è bagnata e molle per la neve che si sta sciogliendo, e io lo aspettavo seduto sotto i due alberelli in cima alla collina mentre girellava nei dintorni. Come le infinite volte che siamo stati nei boschi, e lui ci superava in corsa sui sentieri strettissimi con in bocca un bastone lungo un metro abbondante, e tutti lo maledivano per le botte sui polpacci che ci si prendeva.


L'altro giorno abbiamo varcato l'accesso della Val Travenanzes, in mezzo ai pallidi massi giganti che danno alla zona un aspetto lunare, ma quando l'ho cercato con lo sguardo ho visto che era indietro, venti o trenta metri, ansimante. Faceva finta di annusare dietro a un sasso, di interessarsi a qualcosa sul terriccio, pudico davanti alla propria debolezza come un anziano umano. Ho capito che era abbastanza, sono tornato indietro. E ho sentito il tempo precipitarmi addosso con una certa amarezza. Siamo vicini al momento in cui lui semplicemente lascerà questo tratto in comune che abbiamo segnato, questo decennio abbondante in cui è entrato nella mia vita con la sua presenza discreta ma viva e vivace.
Sono i cani: e per il rapporto crudele che la natura ha stabilito tra la durata delle nostre vite e delle loro ciascuno di essi rappresenta un singolo periodo dell'esistenza di un uomo, si imprime come una canzone nel ricordo di quel tempo, ne limita i contorni, dando modo al padrone di vivere ancora, con altri cani, il tempo che gli è stato concesso. Pensare che sono dieci anni da quando seduto su una roccia in un pomeriggio di settembre aspettavo il giorno successivo, quando sarei andato a "prendere il cane" - dieci anni così straordinariamente intensi e fugaci - mi fa venire un bel brivido.


Wednesday, July 18, 2007

Anno 2042

Quando nell'agognato anno 2042 (quando secondo l'attuale assetto, all'età di 57 anni, potrò andare in pensione), mi presenterò all'ufficio Inps per chiedere il mio assegno di vecchiaia e mi verranno accreditati 180 euro mensili causa svuotamento delle casse dello Stato; quando in quell'agognato anno 2042 mi accorgerò, ci accorgeremo, che una riforma previdenziale era utile anzi necessaria, dirò, diremo con entusiasmo

"grazie Rifondazione"

(e grazie ai tanti, troppi coetanei che continuano a votarla).

Sunday, July 01, 2007

Dieci dita

... chi è capace ? :-)