Saturday, February 23, 2008

"Cronache sociali" e quel che ne rimane

Presentata a Roma l’antologia della storica rivista dei dossettiani. Sono i padri del prodismo? Su Terzarepubblica.it è online una mia breve recensione di "Le 'Cronache Sociali' di Giuseppe Dossetti".

Friday, February 22, 2008

Ma il Pd...?

Fino a dieci giorni fa sembrava che la "vocazione maggioritaria" di Walter e Company fosse reale ed effettiva: le cose si mettevano bene, e promettevano meglio. Lo scrivevo su Agenda Liberale. Adesso viene fuori che a) il Pd correrà con il partito di Di Pietro, non esattamente un esempio di riformismo e visione serena e non demagogica dell'uso della giustizia; b) nel Pd faranno ingresso almeno 8 o 9 radicali, che non si vede come potranno andare d'accordo con un certo popolarismo (già Castagnetti storce il naso) e con i cristiani attivi Bobba, Binetti, Carra, eccetera; c) capolista al senato del partito sarà Umberto Veronesi, e anche lui si trova distinto e distante su certe delicate questioni da buona parte dell'ex Margherita e del suo elettorato; d) per non ben specificate ragioni, questa operazione di inclusione ed esclusione lascia fuori i socialisti.

Hanno un bel dire Veltroni e, in parte, Berlusconi, che i cosiddetti "temi etici" devono restare fuori dalla campagna elettorale. A parte che se ci entrarono dalla porta, negli anni Settanta, non si vede perché ci debbano uscire dalla finestra oggi; e poi queste cose non le decidono le segreterie dei partiti, ma vengono direttamente dall'urgenza delle situazioni, da quel misterioso intruglio che si chiama spirito del tempo, come insegna Albert Camus nell'intestazione del blog. In una qualche misura si autoimpongono, e meno male che è così. Per questo non è pensabile ritornare all'economismo asciutto degli anni '90, del Meno Tasse Per Tutti e delle liberalizzazioni. Il Pd fa le sue scelte, ma in realtà decide di non decidere. E le cose si ingrigiscono...

Tuesday, February 12, 2008

Campaign 2008, si accettano suggerimenti

Ho aggiunto una breve e incompleta lista di link alla colonna di destra. Oltre ai siti internet dei quattro candidati ancora in corsa - Obama, Hillary, McCain, Huckabee - c'è l'immortale blog di Christian Rocca, Camillo; il Channel 8 di Washingtonpost.com, che è una costante rassegna di political ads curata dal più fico giornale americano; la pagina dedicata alle presidenziali di Gallup, che sforna un sondaggio al giorno; On the issues, risorsa meravigliosa per capire "what do candidates stand for", praticamente su ogni tema (là, ad esempio, ho appreso che Obama è pro-choice ma antiabortista); gli O'Reilly talking points, la trasmissione quotidiana del cattivissimo opinionista conservatore su Fox News; Real Clear Politics, che raccoglie sondaggi ed exit-poll da tutta la rete, oltreché seguire l'evoluzione del numero dei delegati eccetera eccetera; i siti web di tre giornali comunque irrinunciabili, New York Times, Wall Street Journal e Washington Post. Ripeto, se qualcuno ha qualcosa di bello e buono da aggiungere, il menu è a vostra disposizione.

Monday, February 11, 2008

Beppe Grillo ante litteram

"Contro i ladri, contro l'abietto regime, tutti stasera davanti alla Camera!

Al popolo di Parigi: Chiamati al governo nella speranza che restituissero giustizia e ordine, Frot e Daladier hanno aperto i lavori scacciando via la polizia. Hanno dato briglia sciolta all'anarchia socialista, e intendono salvare i lestofanti massoni. Nel tentativo di imporci questo abietto regime, nello sforzo di soffocare la voce dell'opinione pubblica, Daladier e Frot lanciano violente minacce contro la gente onesta. Il popolo francese reagirà a queste sfide. Di fronte al crollo del regime proclamerà i propri diritti. Dopo la chiusura delle fabbriche e degli uffici tutti si riuniranno stasera davanti alla Camera e gridando 'Abbasso i ladri!' diranno al governo e ai suoi fiancheggiatori nel parlamento che ne hanno abbastanza di questo putrido regime".

(Appello apparso sull'"Action Francaise" del 6 febbraio 1934)

Sunday, February 10, 2008

Quasi una moratoria

Questa volta c'eravamo anche noi. C'è stata la lettera-appello di cui sotto, una buffonata antipapista che lascerà il tempo che ha trovato, con la sua ideologizzazione malata e il suo astio immotivato verso il prof. Ratzinger. Ci sono stati i nostri professori, che hanno aderito purtroppo in molti, i nostri maestri che ci hanno un po' scandalizzato e un po' deluso: le loro voci si sono unite al belato generale, e questo ci è dispiaciuto davvero.

Stavolta però ci siamo stati anche noi. Alessandra, Carlo, Stanilla, Riccardo, Michele, Enrico, Lorenzo, e anche Daniela, Elisa, Guja, Marco, Giacomo, Andrea, Pavel, e gli altri che non sono intervenuti sul blog ma con cui si è parlato e discusso. Questa specie di moratoria improvvisata, piccola ma vivace, intra nos, un po' goliardica, l'abbiamo messa su perché per una volta le cose che fanno e che dicono i nostri docenti e maestri e i loro assistenti non passassero inosservate. La loro adesione all'appello oscurantista di cui sotto comportava un'assunzione di responsabilità, perché non si firma niente senza sapere che cosa sta scritto; e come studenti, con le nostre idee diverse e plurali, gliel'abbiamo ricordato.

Tutto qui. Secondo me è già molto.

Tuesday, February 05, 2008

No comment

Un appello greve e irrazionale contro il Papa, diffuso da un'associazione che vanta tra le proprie attività la sponsorizzazione del revisionismo sulle foibe teso a giustificare il massacro degli italiani, e altre onorevoli iniziative di ricerca, sta circolando in rete.

Tra i quasi 1500 aderenti, ecco i nomi che fanno riferimento al dipartimento di Storia di Padova:

Francesca Ambrosini, storia della repubblica di Venezia
Filippo Focardi, ricercatore storia contemporanea
Giovanni Focardi, come sopra
Maria Cristina La Rocca, storia medievale
Federico Mazzini, dottorando storia contemporanea
Michele Nani, storia contemporanea
Elisabetta Novello, storia economica
Stefano Petrungaro, storia contemporanea
Giorgio Roverato, storia economica
Simona Troilo, storia contemporanea
Alfredo Viggiano, storia moderna
Marco Zambon, storia del cristianesimo

E' una stilettata al cuore.

We are one people

"La sinistra americana dalla diversity alla unity": link ad un'ottima analisi su Barack Obama del prof. Anthony Marasco. Uno che di America se ne intende davvero (altro che Ennio Caretto).

Monday, February 04, 2008

Aspettiamo senza avere paura... domani

Me-ra-vi-glio-sa intervista di Lucio Dalla ad Antonello Piroso, su "Niente di personale", La7.

"Se fossi un ottimista sarei un cretino completo e se fossi pessimista sarei peggio. La situazione non è tanto difficile come lo è stata in passato, semmai è assemblata di molti fatti che possono rabbuiarci e rallegrarci. Se vogliamo vedere la patologia del mondo di cui facciamo parte ci mettiamo un minuto. E' veramente patologia pura. Nello stesso tempo, io trovo affascinante questo stato di cose. Credo che ci sia una mutazione in corso, e questo dà l'idea della vitalità del mondo che ci circonda".

"Non c'è nessuna contraddizione nell'essere di sinistra ed avere fede. Io sono uno che crede. Non che sia un credulone, ma credo che ci siano tante cose che non vediamo e che ci sono sempre. Tra queste, è precisa la sensazione di un Dio, dentro. Sono convinto che non siamo qua per caso: nasciamo perché abbiamo qualcosa da fare, perché abbiamo la possibilità di inventare. Io sono stato un cattocomunista, ed è stato un grande momento delle possibilità reattive che un uomo ha attraverso il proprio lavoro".

"Come fa uno di sinistra ad essere vicino a Dio? Attraverso il lavoro. Quando lavori non sei da solo ma fai parte di una grande anima".

Ecco, un Pd con tanti Luci Dalla può contare anche sul mio voto.

Usa 2008, aggiornamento blog

Domani è il super Tuesday e mancheranno solo otto mesi alle presidenziali americane, che sono un po' le elezioni di tutti noi - destra e sinistra, capezzoniani, cisnettiani, foglianti, veltroniani, interisti, juventini, jazzisti e rocchettari. Time to wake up! Come già fatto con Sarko 2007, cercherò di mettere una mini-lista di link vari ed eventuali. Si accettano consigli che non siano gop.com, dnc.org e gallup. Thanks!

Tu mi conosci? Io no

Carlo me l'ha attaccata, come spesso fa Carlo, del resto. Così ecco a voi il primo test sulla personalità che ha come oggetto... me.

Clicca QUI

Sunday, February 03, 2008

La Spagna ferma al suo Novecento

La Spagna è sul limitare degli anni Sessanta. Ha vissuto anni di crescita spensierata e di edonismo prima sconosciuto, si è sbottonata la camicetta come le nostre mamme quando ballavano il geghegè. Mentre il resto dell’Occidente viveva il trauma e il lutto dell’11 settembre, e si addentrava nella nostra nuova era pieno di angoscia e disillusione, la Spagna, pur toccata dagli eventi sanguinosi del marzo 2004, viveva la sua solitaria modernizzazione effimera e sfrontata, il suo boom dei consumi e dei costumi. Le città spagnole sono la meta preferita di chi vuole più o meno inconsciamente trovare lo spirito che da noi aleggiava quarant’anni fa, fluido e molleggiato.

Dice Miguel, amico di Burgos conosciuto a Boston: “la Chiesa in Spagna è così old-fashioned, ci parla ancora dell’inferno e del paradiso…”. Già, che senso hanno queste barbose preoccupazioni ultraterrene quando la vita terrena è così luccicante e attraente, quando si guadagna il doppio di dieci anni fa e ogni libertà del singolo è concepita in senso assoluto... spavaldamente, almodovarianamente?

Ma le nubi si addensano anche sul destino spagnolo, spiace dirlo ma è così, già le previsioni di crescita economica lasciano intendere che il miracolo iberico prima o poi finirà, e anche in Spagna ritroveremo sussulti e paure che attraversano il resto d’Europa e del mondo. Tempi belli e cupi, i nostri: da questo punto di vista l’Italia ne è molto più consapevole, e paradossalmente più all’avanguardia.

La Spagna invece, ancora una volta, come sempre nella sua storia – e particolarmente nel Novecento – segue vicende separate dal resto d’Europa, del mondo; in fondo, è il suo solito ritardo, che dura da cinquecento anni, dai tempi di Felipe Segundo e di quella strana scelta un po’ mistica e un po’ provinciale di richiudersi su Madrid, di voltare le spalle al mondo. Questa Spagna culturalmente autarchica, e un po’ stupida, prima o poi si sveglierà, e forse allora comincerà a raccontarci qualcosa di interessante.

Saturday, February 02, 2008

Era un guelfo ruggente

Link alla pagina di Wikipedia dedicata a Ugolino Cavalcabò, signore di Cremona. L'eponimo della mia nuova via era uno schietto e vivace guelfo lombardo, promotore di una lega antighibellina. Visse negli anni incerti e tormentati a cavallo tra Tre e Quattrocento. Morì infilzato da un avversario durante un banchetto. Davvero niente male.

Friday, February 01, 2008

Lettere laterane, l'epilogo

Cronaca della ricerca del mio buco in Roma/3

dal vostro corrispondente in Intercity plus

Ieri sera ho lasciato la caparra per la stanza. 150 euro. Cinquanta li avevo dimenticati nel cabinotto del bancomat, e sono dovuto correre indietro a prenderli: erano ancora lì, appoggiati accanto alla tastiera numerica dove si compone il Pin. Miracoli della notte romana, perché alle nove e un quarto sono tutti a cena, e in venti minuti nessuno era passato. Il mio nuovo indirizzo è Via Cavalcabò 20, scala B, quarto piano, prima porta a destra usciti dall’ascensore: una casetta piccola così, il coinquilino silenzioso, l’altro ancora da scegliere, un quarto che non c’è mai, lavora per mesi a Milano. La camera è più grande del mio cubicolo cortinese e più piccola del salone padovano. E’ tutto medio: dimensioni, posizione (a due passi da Largo Preneste, quindici minuti dalla Sapienza), prezzo (410 più spese, ma sono poche).
Avevo cominciato pimpante e curioso, e come sempre accade quando si cerca casa, sono finito spompato e un po’ disperato. Nel mentre, ho conosciuto una commessa calabrese che lavora in un negozio di scarpe eleganti a due passi dalla Camera, che affittava non lontano da dove poi ho trovato, e che con tutta la solare genuinità della provincia quando ero andato a vedere la sua casa mi aveva pure offerto di restare a cena; una storica fotografa di Allenza Nazionale del tutto sdentata che ha cinquantasette anni ma ne dimostra settantacinque, e che vive come una barbona a Rebibbia; una deliziosa scemetta che studia moda alla Sapienza, tutta ciglia e fard, che quando ha visto che per non perdere il posto in coda ho implorato la tipa allo sportello “aspetti, aspetti, io vengo da Padova”, ha subito aggiunto sfacciata “aspetti aspetti anche me la prego, io vengo da Ischia!”