Wednesday, April 25, 2007

25 aprile: San Marco

E' il 25 aprile e la tradizione vuole che oggi si festeggi San Marco evangelista, patrono di Venezia e autore del più antico dei quattro Vangeli. E' una bella giornata di sole, un po' afosa a dire il vero. L'ideale sarebbe dunque una dolce trasferta veneziana, per andare a visitare una delle basiliche più belle della cristianità, dove San Marco oggi riposa, e per pensare al tempo lontano quando insieme alle spezie e ai tessuti i mercanti portavano dall'Oriente le spoglie sacre dei nostri santi. Adesso, al massimo, per le bocche della Laguna ci passano un paio di petroliere.

E' il 25 aprile: Viva San Marco!

Sunday, April 22, 2007

Un voto del Ventunesimo Secolo

Identità, sicurezza, valori, scelte morali. I temi della campagna delle Presidenziali 2007: urgenti, ineliminabili, inevitabili. Sono Sarkozy e Royal, e Sarkozy con qualche significativo punto di distacco, i protagonisti di un voto storico: l'85% dei Francesi, mai così tanti da 40 anni, una cifra altissima, sono andati a votare, chiamati dai grandi temi della politica contemporanea.

I primi voti reali (vedi il sito di El Pais) dicono 30 a 24, un bello stacco, sei punti. Sono preziosi per la vittoria di Nicolas Sarkozy al secondo turno.

Identità, sicurezza, valori, scelte morali. Li aveva snobbati Bayrou, il candidato della noia centrista, della moderazione intesa come indecisione: ed è rimasto indietro. Anche Le Pen e la sua destra cupa e conservatrice è in forte affanno, e di questo (più che le grida isteriche della gauche) i democratici dovrebbero ringraziare la nuova destra sarkozista, che gli ha tolto il tappeto da sotto i piedi.

Noi, si sa, tifiamo per Sarko, che ha appena rilasciato un bellissimo discorso: www.sarkozy.fr lo mette online.

Sarko è avanti

Sarkozy è avanti sulla Royal. Di quanto? Due, tre, cinque punti. Ma secondo tutti gli istituti di sondaggi, il candidato del centrodestra è primo nella sfida presidenziale. Gli altri starebbero indietro, tanto, troppo per minacciare il bipolarismo Ump-Ps. Vediam come le cose vanno avanti. Su Canale 5 l'inviata da Parigi (Mimosa Martini? Non ricordo) ha parlato di "lunghe code" ai seggi parigini. Tutta la Francia ha votato con alta partecipazione, forse si supera il record (84,7%) del 1965.

Primi Exit-Poll: è un Sarkozy-Royal

Secondo tutte le prime rilevazioni, oscurate in Francia ma leggibili sul sito del Corriere in una sintesi, Sarkozy e Royal sono molto avanti rispetto a tutti gli altri. Per la Tribuna di Ginevra siamo a un 26-30% per Sarko e a un 23-27% per la Royal. Bayrou resta piuttosto indietro. Ma gli exit-poll si sa, sono poco più che un oroscopo. Si deve ancora attendere.

Alle 17 siamo al 74%

Dato record di affluenza alle presidenziali francesi. Alle 17 si sono recati a votare il 73,87% dei votanti. Lo dice il Ministero dell'Interno.

Per CSA l'affluenza finale, alle 20, sarà dell'85%. Ifop stima un 87%. Si tratterebbe di un record storico di partecipazione, il più alto della Quinta Repubblica.

"Mai visto"

"Ci si deve battere per andare a votare, è la rivoluzione!" A Bordeaux, feudo elettorale della destra gollista, i responsabili del voto sono stupiti. "Mai visto", dicono, che ci si dovesse mettere in coda fuori dai seggi: vedi il reportage di Libération, da un po' tutta la Francia. A breve arriverà il dato dell 17.

Alle urne, alle urne

In Francia l'affluenza al primo turno alle ore 12 risulta in forte rialzo rispetto al 2002: 31,21% contro il 21,4% delle precedenti elezioni. Era dai tempi di Mitterrand che non si vedeva una cosa così. "Aux urnes, citoyens!", titola Le Figaro parafrasando la Marsigliese. Se il dato dovesse essere confermato nelle prossime rilevazioni, saremmo di fronte a un fenomeno analogo a quello italiano del 2006 e degli USA 2004: una tendenza opposta rispetto a quella a cui eravamo abituati negli ultimi vent'anni, della disaffezione e della noia. Ci penseranno su, forse, sondaggisti e cronisti che hanno passato l'ultimo mese a spiegarci che l'astensione al voto in Francia era altissima. A dopo.

Saturday, April 21, 2007

Domani la Francia vota. Sarko è in testa

Ci dicano tutto quello che vogliono, i nostri cronisti wishy-washy: che ci saranno tanti astenuti, che l'incertezza prevale, che c'è l'incognita Bayrou, che forse Le Pen va su, che forse no, che però Ségolène ha avuto ospite Zapatero.

Ma i perenni indecisi sono loro, i commentatori, che hanno paura di esporsi. La verità è che Sarko va forte, e che ci sono serie possibilità, ragionevoli speranze, che domani risulti il candidato più votato al primo turno delle presidenziali francesi.

Ecco il suo spot sulla identità: è un manifesto dei tempi nuovi, perché parla con audacia e franchezza e affronta il grande problema che l'Europa (tutti noi quindi) ha di fronte: qual è il contenuto di idee e valori che uno stato deve possedere, per essere accettato o respinto? Lo fa con simbologia e psicologia tipicamente francese - con l'immagine di una donna che si ama o si lascia. Non è un candidato perfetto, Nicolas Sarkozy; ma è un candidato del XXI secolo, a differenza dei suoi competitors. E questo è uno spot del XXI secolo, guardatelo.


Tuesday, April 17, 2007

Il nuovo turismo è il turismo dell'acqua

Portare a Cortina d'Ampezzo il "turismo dell'acqua"? Sembra fantascienza, a giudicare dalle strutture esistenti, che cadono a pezzi, a cominciare dalla piscina comunale. Ma per il presidente di Confindustria Belluno Valentino Vascellari è una sfida possibile, che Cortina può e dovrebbe raccogliere. "E' l'unico modo per prolungare la stagione turistica in montagna, che altrimenti si riduce a un mese o poco più", ha spiegato nel corso della trasmissione di Canale Italia Notizie Oggi, condotta da Luigi Bacialli.

Che cos'è il turismo dell'acqua? Letteralmente, tutta l'industria turistica che ruota intorno alle piscine, alle terme, alle saune. Una realtà emergente, in un contesto storico che spinge il consumatore a ricercare il benessere come valvola di sfogo dall'opprimente quotidianità metropolitana. Al turista postmoderno insomma non basta più il tradizionale soggiorno con amici o parenti a base di escursioni e passeggiate, pedule e stelle alpine. Ma forse non è una questione di modernità o arretratezza, ma di abitudini culturali, che da noi stentano ancora ad affermarsi. Uno sguardo alle località turistiche dell'onnipresente Alto Adige rende evidente il gap: quanti centri di benessere con terapie a base di acqua, quanti acquafun e piscine e vasche e vapori e idormassaggi? Per non parlare dei vicini austriaci, per i quali un impianto idrotermale è un must, una necessità, per un paese di villeggiatura che si rispetti.

Anche per questo, e per ovviare alla realtà drammatica di una stagione che si riduce e si intensifica di anno in anno, con l'ossessiva rincorsa ai quindici giorni scarsi di esposizione vacanziera, Vascellari auspica un cambiamento di strategia. Cortina è bella e fichetta, ma, fa intendere il presidente, può fare molto, molto di più. Può armarsi alla conquista delle stagioni morte. Chissà che a questo punto non siano operatori esterni a portare nelle nostre zone una cultura turistica che, per ora, non ci appartiene.

Intanto Vascellari guarda alle infrastrutture della Provincia di Belluno, che portano turismo e servizi alel industrie: al raccordo autostradale da Belluno a Tolmezzo soprattutto, che passerà per una parte del Cadore (la zona di Calalzo, Domegge e Lozzo) e poi sotto al passo della Mauria, per finire nell'alto Friuli. Un'opera che ha ricevuto l'input giusto, perché "si è manifestata la volontà collettiva di tanti comuni della provincia", e che quindi non è lontana dal trasformarsi in cantiere aperto. Sfuma invece, si allontana inesorabilmente all'orizzonte, la famosa tangenziale di Cortina voluta e promessa dall'ex ministro Lunardi. Restano un po' di carte depositate all'Anas e qualche proiezione catastrofista prodotta dai gruppi verdi di opposizione. Insomma, smaltite le code a Longarone e a Pieve di Cadore, bypassati i tanti centri della Val Pusteria con altrettante circonvallazioni, turisti e residenti di Cortina avranno sempre la cara vecchia certezza di un paio di chilometri di serpentone a passo d'uomo direttamente nella Conca.

Monday, April 16, 2007

Separati in casa: Cortina verso il Südtirol?



Separatismo: da Cortina d'Ampezzo a Rovigo, il Veneto perde i pezzi. Perché?
Ne parlerò domattina, a partire dalle 6.30, durante la trasmissione di Canale Italia Notizie Oggi, condotta da Luigi Bacialli. Presente in studio anche il Presidente degli Industriali di Belluno, Valentino Vascellari.

Saturday, April 07, 2007

Cortina lascia la Serenissima? Una provocazione.


Dal sito del Gazzettino di oggi:

Il Consiglio comunale di Cortina ha dato il via libera ieri alla richiesta di indire un referendum per cambiare regione. Con il voto unanime dei 15 consiglieri presenti, si è deciso di avviare le procedure che dovrebbero concludersi nel prossimo autunno, con la chiamata alle urne dei cittadini per dire se vogliono lasciare il Veneto per passare in Trentino Alto Adige.

Prima di ogni considerazione di ordine economico sull'opportunità o meno di passare con l'Alto Adige, una precisazione di carattere "culturale".

Dal 1077 al 1420 Cortina fa parte della Patria del Friuli, dipende cioè dal patriarca di Aquileia.
Dal 1420 al 1511 fa parte della Serenissima Repubblica di Venezia.
Dal 1511 al 1918 è incorporata ai domini asburgici, con ampie autonomie.
A Cortina si parla un dialetto unico e specifico, che fa parte del gruppo delle lingue ladine, che a loro volta rientrano nel gruppo delle lingue retoromanze. E' una forma di volgare, un'evoluzione del latino alternativa rispetto all'italiano fiorentino, al veneto, al castigliano. Non fa parte della famiglia delle lingue germaniche. A Cortina non si è mai parlato il tedesco.
Geograficamente, Cortina è al di qua della linea di spartiacque, cioè il suo torrente, il Boite, si getta nel Piave e di là nell'Adriatico. A dieci chilometri abitano gli eterni rivali sanvitesi, che parlano un dialetto leggermente diverso - in pratica, mentre un Ampezzano dice "zinchezènto" un sanvitese dice "thinchethènto". A trenta chilometri, a Dobbiaco, stanno i bucolici paesaggi della Val d'Isarco, nel mezzo il tranquillo fiume che finisce nel Danubio e poi nel Mar Nero (!). Là ci sono i Kraler, i Pircher, gli Oberhofer, qua gli Alverà, i Ghedina, gli Zardini.

Non c'è alcuna supposta "ragione culturale" per cui Cortina dovrebbe stare con l'Alto Adige-Südtirol. Ci possono essere interessanti e legittime considerazioni di convenienza economica e turistica. Ok. Dopotutto, siamo circondati da territori a statuto speciale, che godono di privilegi economici incredibili, e praticano pertanto una concorrenza sleale.
E allora, se questo è il vero motivo, chi se ne importa di quale statuto speciale. Andiamo col Friuli-Venezia Giulia. In fondo, un legame storico c'è: sono altrettanti quattrocento anni di cammino in comune. Cortina come villaggio è nata durante il pacifico medioevo, sotto la protezione del Patriarca, formalmente di Aquileia, in realtà residente a Udine, quando i primi coraggiosi sono venuti a sfidare il bosco, a coltivare i campi, a pascolare le vacche e le pecore. Era, la Patria del Friuli, uno "stato ladino a sud delle Alpi", come dice Richebuono. Eccola qua, pronta, l'autonomia, e lo Statuto speciale. E gli schei.

Monday, April 02, 2007

Gli Inglesi sono sempre più avanti

Mentre da noi impazza il sito dei colleghi padovani che mettono online tutti i video col peggio della scuola italiana, nel Regno Unito, dove a quanto pare il bullismo è un problema sociale, arrivano nuove (doverose) disposizioni a favore degli insegnanti: sì a ragionevoli interventi disciplinari, sì a perquisizioni, sì al "sabato punitivo" passato a scuola anziché a casa. LEGGI.
Dai tempi del Domesday Book, il primo censimento della storia, nell'XI secolo (!), gli Inglesi sono "sempre più avanti". Mentre Cameron e Brown fanno la gara a chi è più verde, nel Paese clamorosi ripensamenti di giornali e istituzioni abbattono uno dopo l'altro i simboli della sciatteria moderna: a parte le novità in materia di ordine a scuola, ha fatto scalpore un paio di settimane fa la prima pagina dell'Independent, che sulla cannabis dice con onestà: "abbiamo sbagliato", quando vi dicevamo che in fondo non fa male. Our apologies.

In Italia aspettiamo impazienti.