Thursday, August 23, 2007

"Quando mai!"

C’è un’altra serata fredda a Cortina, ci sono i soliti amici vecchi e nuovi, il solito chiassoso assembramento davanti alla Suite. Rumori familiari, volti noti. Stavolta è per il compleanno di Mara, c’è lei, ci sono io, ci sono gli altri, c’era Lorenzo prima, l’ho incontrato e ci siamo salutati come due vecchi estranei. C’è Chiara ora, “hai fatto qualcosa ai capelli”, le chiedo con un sorriso gentile, “quando mai” fa lei e ride. E’ carino il modo semplice con cui si è legata la ciocca scura in una coda sulla nuca, sta in piedi davanti a me col suo bicchiere, parliamo un po’, ma per qualche ragione le mie parole non attecchiscono molto, restano a un livello esterno, poco serio, scorrono fluide e traslucide. Ride sempre Chiara, rise all’inizio quando la paracadutarono a Cortina da Bologna perché la madre veniva a gestire un piccolo negozio, rise nei primi giorni di scuola insieme: lei coi suoi dolcevita verde scuro sul piccolo seno giovane, un po’ di trucco, a tredici anni già un fidanzato con cui fece l’amore e tutti gli altri giochini noti, noi coi grembiuli scuri, gli astucci della Invicta, qualche passo timido verso un mondo oscuro e complicato. Un abisso, uno stacco che il tempo certo avrebbe colmato, e in fretta, ma che non per questo pesava di meno, e che allora a noi pareva assoluto, invalicabile. La mattina passavamo sotto la tettoia di legno della scuola media, nella pioggia gelida, entravamo e guadagnavamo l’aula a metà del corridoio: ma insieme con i soliti adolescenti di paese ingenui e un po’ ruvidi ora c’era Chiara, disinvolta, loquace, spudorata. Ebbe Alessio, biondino con gli occhi da tedesco, che piaceva a una nostra amica, una sua amica. Glielo soffiò senza rubarlo davvero, lui tanto ci sarebbe stato soltanto con lei, che cos’erano quelle altre se non bambinette? Ci scherzavi con Chiara, ma lei era pungente, ti ricordava le tue debolezze, solleticava un difetto, tornava su una sciocchezza che avevi detto. Così, tanto per ridere, tanto per non pensare. Per due anni ci fu Chiara e noi, allegri imbecilli, noi e le sue smanie e i suoi capricci, te lo ricordi Chiara? Ora ride mentre nella piccola folla si sposta tra l’uno e l’altro, anzi sono gli altri che si muovono, le girano intorno, ma non è più come allora, il suo potere si è allentato. Le faccio qualche domanda. Ha faticato parecchio Chiara in questi cinque anni che ci hanno divisi: nella sua città, Bologna, sono successe delle cose, dice, cose brutte, e brutte persone. Quando ruppe con un fidanzato e finì con un tipo nuovo un’amica cattiva fece la spia col suo ex, e poi disse qualche bugia per aumentare il pettegolezzo. Quelli del giro bolognese cominciarono a scansarla, in breve tempo se li ritrovò contro. Prese venti chili in poche settimane. Un giorno davanti alle scuole bolognesi distribuiscono dei volantini anonimi: sopra ci sono scritte le vite private di tanti poveri diciassettenni, i loro intrecci, i peccatucci, le loro debolezze, così, spiattellati con crudeltà infinita, “Cinzia ha fatto un pompino a Mauro”, “Paolo ha tradito Monica con Camilla che ha dovuto abortire”, “Alessandra è anoressica”. Chiara… “Chiara è una puttana e ora è anche ingrassata”. Così, un colpo al cuore. Un giorno parla con un’amica al telefono cellulare davanti al portone di casa, sono le tre del pomeriggio, in una via del centro. Passa un motociclista, lei scosta il telefono dall’orecchio, “prego?”, chiede. Succede tutto in un attimo: quello tira fuori una pistola, gliela punta alla fronte. Vuole i suoi soldi. Lei non ne ha. Lui la minaccia. Non ho niente, non vedi, sono scesa perché in casa c’era rumore e non riuscivo a telefonare, non ho niente… Poi la lascia andare: “se gridi mentre me ne vado ti ammazzo, ti ammazzo sai”. Chiara scivola dentro casa, si accascia, sviene. Arriva un esaurimento e la depressione.
Poi, dice, se ne è tirata fuori. Ascolto la sua storia con interesse, aspetto la svolta che deve essere venuta… e intanto penso ai miei anni belli e difficili… che cosa ha da dirmi Chiara stasera?… forse questo dolore è servito a qualcosa… a un risveglio, non so… ci sarà stato un cambiamento, una conquista… so che ha aperto una ditta di moda… è stata brava… “Come ne sei uscita?”, le chiedo.
“Agopuntura nelle orecchie, metodo cinese. Sono andata da questo che mi metteva gli aghi sui bordi della faccia e intanto scriveva tutto quello che facevo. E’ stato fantastico. Io sai, sono una persona vera, credo nell’amore, non mento mai, è che ci sono gli ipocriti e gli stronzi nella vita”.

Certe volte sembra che le cose stiano per schiuderne delle altre, che dietro l’angolo ci siano delle verità, delle nuove consapevolezze, un percorso di vita, o semplicemente una buona storia da raccontare. Certe volte non c’è nulla di tutto questo, c’è solo una serata a Cortina fredda e insipida come sempre; e te ne vai sotto la pioggerellina con le tue scarpe da tennis umidicce, un po’ smarrito e un po’ indifferente, mentre gli altri dentro al bar brindano, come sempre, Lorenzo insegue sempre vecchi amici e vecchie fragilità, Serena pensa a come farà visto che le hanno dato lo sfratto. La mia piccola macchina grigia ora rumoreggia sull’asfalto buio e bagnato. Come sempre.

Wednesday, August 22, 2007

Un po' di gossip ampezzan-vacanziero

Siamo quasi all’ultima settimana di questo intenso agosto, e Cortina, o meglio il suo disinvolto aspetto vacanziero, continua a fare notizia. Prima sulle pagine del Corriere della Sera, che nell’edizione nazionale ospitava nei giorni scorsi un’intervista a Matteo Zoppas, giovane manager dell’azienda di famiglia. «Ai tempi dei miei genitori, c'era la loro Cortina», si è lamentato Zoppas. «Adesso c'è la Cortina di tutti. Mi irrita incontrare nei locali trentenni, quarantenni che giocano a chi spende di più. Questa non è ricchezza, è volgarità».
Sarà anche vero. Ma qualcuno sussurra: “già visto, già sentito…”. Almeno dai tempi della Dolce vita.

Intanto, c’è chi si diverte più di Zoppas: un fotoreportage del mitico Umberto Pizzi, apparso lunedì sul sito di gossip e politica www.dagospia.com, documenta le imprese estive dei coniugi Cisnetto, in trasferta con gli amici alla Malga Maraia di Auronzo per un sostanzioso pranzo di montagna. Titolo: “tutti a malga dove se magna coi Cisnetto’s”. Ospiti di rilievo: i nobili Rebecchini, D’Amelio-Memmo, Carignani, Marinello, politici come l’ex ministro Gianni Alemanno e il senatore Fisichella, giornalisti come Roberto Ippolito ed Egle Pagano. Molti dei convitati erano agghindati in vezzosi abiti tirolesi (non hanno seguito i consigli del presidente Cossiga, che dagli schermi del PalaLexus li aveva bollati come una carnevalata).

Le immagini più pittoresche immortalano in diversi momenti Enrico Cisnetto, calzoni alla zuava, calze rosse e cappellino della Sampdoria, mentre solleva la moglie Iole a bordo di una carriola. L’animatore degli incontri ampezzani si è anche divertito a prendere in braccio Nicoletta Ricca, della compagnia di riassicurazione Swiss Re, dagli eccentrici occhiali alla Lina Wertmuller. Didascalia: “Enrico Cisnetto con avvinghiata Nicoletta Ricca”. Ma c’è anche la posa azzardata di Maria Criscuolo del gruppo Triumph, alle prese con un pentolino di polenta. Poi, tutti a tavola: il menu, pappardelle al sugo di capriolo, formaggio alla piastra, maiale e pollo arrosto. FC

Tuesday, August 14, 2007

La lectio magistralis di Giulio Tremonti

Intanto metto il link, poi ci sarà tempo per ragionarci sopra. Vale la pena di leggerla e di pensare a come può essere una politica del XXI secolo. Anche se non tutto quello che scrive Tremonti mi convince, è comunque un gran bel pezzo di politica come non si fa più da troppo tempo nel nostro Paese.

http://www.giuliotremonti.it/spot_hp/spot_hp.asp?id=124

Feltri: è Albertini il mio candidato alla Regione Lombardia

Feltri a ruota libera. Una folla enorme ha accolto sabato sera il direttore di Libero a Cortina InConTra di Enrico Cisnetto. Il giornalista ha accettato di farsi interpellare dal collega Gigi Moncalvo, col solito umorismo un po’ ruvido. Producendosi in una performance quasi gigionesca che ha toccato tutti i temi e i nomi della cronaca e della politica.

«Per chi hai votato?» gli chiede l’intervistatore. «Per la Casa delle Libertà, ma solo perché fa un po’ meno schifo dell’Unione. Ho sentito Berlusconi dieci giorni fa, gli ho proposto un confronto con Di Pietro. Ha accettato». Sorride. «E’ Di Pietro che non voleva fare lo sforzo di venire fino a Milano… Con Fini non ho più un buon rapporto, è uno che vuole sempre essere lodato, e se scrivi che ha i capelli spettinati si incazza. Veltroni invece l’abbiamo già definito con un titolo di Libero: paraculo. E’ l’Alberto Sordi della politica, sta con tutti, è bravissimo, furbissimo. Solo una cosa, dice di essere il Sarkozy d’Italia: ma non si è accorto che Sarkozy è di destra?» Sugli incidenti a causa dell’alcool: «la Polizia e i Carabinieri fanno il loro dovere. Poi però c’è sempre qualche magistrato che mette fuori tutti». Rincara la dose: «ditemi il nome di un magistrato che ha sbagliato e ha pagato. Al massimo li trasferiscono: da Novara a Vercelli. Forse non è vero che il potere giudiziario è asservito al potere politico, però fanno lingua e bocca». Accetta di difendere l’amico don Gelmini: «se ha toccato il sedere a qualche giovanotto non me ne frega niente. Sono ragazzoni di venticinque anni che hanno visto di tutto, droga, crimine… ve li immaginate a farsi toccare da un prete ottantenne? Ma come si fa a credere a una cosa così?». Critico invece su Valentino Rossi: «l’ho detto sul mio giornale e lo ripeto: rubate pure ragazzi, ma con moderazione».

«Sarai il successore di Berlusconi?», domanda Moncalvo. «No. Nel 1997 mi proposero di fare il sindaco di Milano, ma rifiutai, non sarei un bravo politico, mi manca la pazienza. Scelsero Albertini: all’inizio non andammo molto d’accordo, ma devo dire che dopo aver visto all’opera la signora Moratti, chapeau: Albertini sembra il nuovo Quintino Sella. Noi di Libero lo proporremo come prossimo presidente della Lombardia». E Prodi? «Quello che tanti non sanno è che Prodi una volta non era così, era normale: predicava il liberalismo, era amico di Berlusconi... Poi non so cos’è successo. Qualcuno dice: “è stata la moglie che è di sinistra”. Mah». Infine, domanda d’obbligo: il governo Prodi cade o non cade? E se cade, quando cade? E chi lo fa cadere? «A me basterebbe che cadesse. Purtroppo però Prodi barcolla, prende un pugno da destra e sembra che caschi a sinistra, uno da sinistra e pensi che andrà giù a destra… Invece non cade mai, sta là come un pendolo. Ho il terrore, e lo dico per scaramanzia, che ce lo dovremo tenere. Almeno fino all’autunno 2009». FC

Wednesday, August 08, 2007

Non spariamo sulla Cina

A Pechino si fanno grandi feste per il countdown alle Olimpiadi, ma, come ricordano i media unanimi (e a ragione), dietro alle parate ci sono le violazioni dei diritti umani, le incarcerazioni e le esecuzioni dei dissidenti. Certo che però forse farebbe bene un po' di coerenza storica e di memoria di tempi ben più cupi, quando si moriva a decine di milioni. Ricordarlo rende le contraddizioni di oggi meno stridenti e più comprensibili, ché poi sappiamo quanto sia difficile e contorto il passaggio alla democrazia e non è il caso di fare troppo i moralisti.

E' quel che scrive Enzo Bettiza in un editoriale bellissimo uscito oggi sulla Stampa, che consiglio ai lettori di questo blog, che anche se non hanno voglia di lasciare commenti vengono sempre in tanti - lo so - a dare un'occhiata. Buone vacanze a tutti da una Cortina piovosa fredda e già quasi autunnale.

Saturday, August 04, 2007

Da Cisnetto gran cicaleccio sui Dico, ma il vero protagonista è (ancora!) il Pd. E la Rivoluzione Francese

Cortina d'Ampezzo. «La Rivoluzione Francese? Un gran pasticcio, ma la stiamo sistemando». La lascia cadere così, con sorridente nonchalance, Paola Binetti, giovedì al PalaLexus per l’appuntamento di Cortina Incontra di Enrico Cisnetto . Presidente del Comitato scienza e vita, la senatrice Dl è esponente mite ma battagliera dei “teodem” nostrani – per gli ammiratori l’ala più avanzata e audace del cattolicesimo democratico italiano, per i maligni il braccio armato della CEI e dell’oscurantismo clericale.

Ha detto proprio così la Binetti, intervenuta insieme ai colleghi Alfredo Mantovano (An) e Cesare Salvi (Sinistra Democratica) e all’eurodeputato radicale Marco Cappato all'incontro dedicato ai Dico e alla legislazione sulla famiglia. Certo, dietro c’era un ragionamento articolato e profondo, sulle radici culturali dell’Europa (e cioè «la filosofia greca, il diritto romano, la religione cristiana»), sulla necessità di riconoscerle come preambolo ad ogni intervento legislativo che tocchi valori morali. Ma la cosa passa più o meno inosservata: c’è Cappato che si scalda su Conferenza Episcopale e Vaticano, “fondamentalisti e talebani”, perché non vogliono accettare che si riconoscano i diritti degli omosessuali: “temono la distinzione tra sessualità, riproduzione e amore coniugale, anche se il Parlamento europeo legifera in materia da almeno quindici anni”.

«E chi se ne frega del Parlamento europeo!» sbotta Mantovano, che sul tema, quello dei diritti dei conviventi, ha anche scritto un libro. Per scoprire che nel frattempo hanno cambiato nome: ora nella versione riveduta e corretta del ddl Salvi si chiamano Cus, cioè contratti di unione solidale: «sono meno macchinosi dei Dico, si passa dal registro presso l’anagrafe a un libero contratto davanti al giudice di pace», spiega Salvi. «Se c’è un soggetto che oggi viene realmente discriminato è la famiglia», ribatte Mantovano. Chiosa la Binetti: «questi contratti sono come un prodotto che ha già una data di scadenza: vanno contro la nostra cultura, che è quella dell’impegno indelebile, a tempo indeterminato».

Ma l’impressione è che dietro alle posizioni dei quattro, ben note, stia ben altro gioco politico, quello che si muove tra le primarie del Partito Democratico e la difficile tenuta della maggioranza, appena uscita indenne dal voto in Senato (i Senatori sono arrivati in elicottero a Cortina da Roma). Ecco allora un Salvi insolitamente “morbido” e moderato, non solo con Cappato ma anche con l’alleata Binetti - altrimenti distantissima - che ricambia la cortesia; viceversa, l'esponente dei Radicali, col contenzioso aperto dal suo segretario che proprio giovedì è stato lasciato fuori dalla corsa delle primarie, attacca il Partito democratico: «avete deciso che siccome il tema dei Dico è una materia che “spacca”, è meglio omologare tutti su una sola posizione (contraria ovviamente), anziché lasciare libertà di coscienza ai singoli. Avete paura che Savino Pezzotta dopo il successo del Family Day faccia un nuovo partito centrista...?» FC