Tuesday, April 17, 2007

Il nuovo turismo è il turismo dell'acqua

Portare a Cortina d'Ampezzo il "turismo dell'acqua"? Sembra fantascienza, a giudicare dalle strutture esistenti, che cadono a pezzi, a cominciare dalla piscina comunale. Ma per il presidente di Confindustria Belluno Valentino Vascellari è una sfida possibile, che Cortina può e dovrebbe raccogliere. "E' l'unico modo per prolungare la stagione turistica in montagna, che altrimenti si riduce a un mese o poco più", ha spiegato nel corso della trasmissione di Canale Italia Notizie Oggi, condotta da Luigi Bacialli.

Che cos'è il turismo dell'acqua? Letteralmente, tutta l'industria turistica che ruota intorno alle piscine, alle terme, alle saune. Una realtà emergente, in un contesto storico che spinge il consumatore a ricercare il benessere come valvola di sfogo dall'opprimente quotidianità metropolitana. Al turista postmoderno insomma non basta più il tradizionale soggiorno con amici o parenti a base di escursioni e passeggiate, pedule e stelle alpine. Ma forse non è una questione di modernità o arretratezza, ma di abitudini culturali, che da noi stentano ancora ad affermarsi. Uno sguardo alle località turistiche dell'onnipresente Alto Adige rende evidente il gap: quanti centri di benessere con terapie a base di acqua, quanti acquafun e piscine e vasche e vapori e idormassaggi? Per non parlare dei vicini austriaci, per i quali un impianto idrotermale è un must, una necessità, per un paese di villeggiatura che si rispetti.

Anche per questo, e per ovviare alla realtà drammatica di una stagione che si riduce e si intensifica di anno in anno, con l'ossessiva rincorsa ai quindici giorni scarsi di esposizione vacanziera, Vascellari auspica un cambiamento di strategia. Cortina è bella e fichetta, ma, fa intendere il presidente, può fare molto, molto di più. Può armarsi alla conquista delle stagioni morte. Chissà che a questo punto non siano operatori esterni a portare nelle nostre zone una cultura turistica che, per ora, non ci appartiene.

Intanto Vascellari guarda alle infrastrutture della Provincia di Belluno, che portano turismo e servizi alel industrie: al raccordo autostradale da Belluno a Tolmezzo soprattutto, che passerà per una parte del Cadore (la zona di Calalzo, Domegge e Lozzo) e poi sotto al passo della Mauria, per finire nell'alto Friuli. Un'opera che ha ricevuto l'input giusto, perché "si è manifestata la volontà collettiva di tanti comuni della provincia", e che quindi non è lontana dal trasformarsi in cantiere aperto. Sfuma invece, si allontana inesorabilmente all'orizzonte, la famosa tangenziale di Cortina voluta e promessa dall'ex ministro Lunardi. Restano un po' di carte depositate all'Anas e qualche proiezione catastrofista prodotta dai gruppi verdi di opposizione. Insomma, smaltite le code a Longarone e a Pieve di Cadore, bypassati i tanti centri della Val Pusteria con altrettante circonvallazioni, turisti e residenti di Cortina avranno sempre la cara vecchia certezza di un paio di chilometri di serpentone a passo d'uomo direttamente nella Conca.

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