Saturday, August 26, 2006

O beautiful !


Alle 10, ora della East coast

Gli aerei British Airways sono scomodi e castigati, scrivo coi gomiti stretti al corpo mentre accanto a me una piccola indiana piega con grazia la bustina dello zucchero usata dentro una minuscola lattina. La colazione però è stata buona, e il pranzo accettabile. Mi dicono che è di gran lunga meglio di quello servito sugli aerei Alitalia.
L’inglese è ancora al di là del vetro, quasi impenetrabile, a parte qualche parola-chiave che spunta come un atollo nel discorso e che mi permette di mantenere un dialogo elementare. Prima in aeroporto mi hanno chiesto se portavo liquidi e gli ho risposto malamente che non ne portavo, a parte quelli che ho in corpo. La battuta era così, ma l’importante era riuscire a spiegarmi. Loro hanno sorriso.


Stasera, ora della East coast

L'America è come me la aspettavo. E Boston è anche più bella. Stasera brillava tutta, nel buio, mentre le chiese gotiche vegliavano scure. L'America è come ricoperta di una patina speciale. Tutto ha qualcosa di fluido, easy-going. Sì, i palazzi sono immensi e le strisce pedonali si piegano alla curvatura degli stradoni come passerelle... ma c 'è qualcosa di più delle dimensioni, che impressionano noi Europei. E' che una civiltà in espansione e sperimentazione ha modellato una nazione in modo unico e meraviglioso.

Siamo scesi alla stazione e le guardie facevano paura davvero. Muso duro. Ho sorriso pensando all'abbundado di italica memoria. Una guardia-donna, corpo da atleta tedesca dell'est, girava impettita di fronte agli sportelli della dogana. Gli altri mi hanno riservato uno sguardo severo... poi via, siamo dentro, eccoci. Abbiamo preso il taxi, e guidava un simpatico americano di adozione (ma chi non lo è?) dai lineamenti sudasiatici. Tutti qui dicono: "it's all right", "no problem", "you're welcome", "we'll do our best". Sempre. Niente Suv, troppo californiani, niente utilitaria, troppo europea. A Boston solo berline. E' nella berlina la chiave per capire la natura un po' ambivalente di questa città, protesa verso l'oceano ma coi piedi piantati nel continente americano.

Sui milk-shake di Donkin' Donuts sta scritto: America runs on Dunkin. Ci siamo battezzati con una ciambella. Buonanotte

2 comments:

Nazaret Nin said...

Trovare blogs come it tuo non e facile, mi piace leggere posts come il quale hai scrito. No, non sono italiana, neanche non parlo la lingua ma capisco quasi tutto... ok...

"Tutti qui dicono: "it's all right", "no problem", "you're welcome", "we'll do our best". Sempre. Niente Suv, troppo californiani, niente utilitaria, troppo europea."

Mi piace vedere come uno italiano vede 'America'.

Anonymous said...

Ma ciao tesoro!! ho appena ricevuto il tuo sms, qui sono le dieci del mattino, quindi immagino che tu stia ancora dormendo, ormai dovresti esserti abituato al fuso. sono contenta di vedere che tutto va bene, e che sei entusiasta di tutto quanto. Sei già andato da Starbucks? vacci al più presto mi raccomando! qui è il solito freddo e schifo, oggi c'è il grande giorno della sfilata delle bande... che emozione...per lo più mi tocca studiare come una matta, Olivieri mi attende il sette di settembre...
Adesso vedrò di passare più spesso nel blog, così mi tengo aggiornata.