Friday, August 11, 2006

Bonino: misure antidumping contro la Cina. Sì alla Turchia nella UE

Misure doganali contro il dumping dei prodotti cinesi. E’ doveroso, secondo Emma Bonino, Ministro delle politiche comunitarie (ieri al PalaVolkswagen), proteggere il settore delle calzature dall’invasione dei mercati asiatici. Il dumping è quel fenomeno per cui un prodotto è disponibile a prezzi talmente bassi da azzerare ogni possibile concorrente nell’acquisto: in pratica, quel che succede da qualche anno ai danni dei calzaturifici veneti, e più in generale italiani (l’Italia da sola contribuisce per circa la metà nel settore calzaturiero in Europa). Per arginarlo, il ministro ha proposto dazi del 16% sulle calzature di importazione extra-comunitaria.

Ma c’è già un no, che pesa: è quello dell’Unione Europea, che chiamata a deliberare sulla proposta l’ha bocciata, con undici voti a favore e quattordici contrari. E questo anche perché «i Cinesi hanno fatto un’azione di lobby a tappeto», prevenendo molti Paesi dal danneggiarli commercialmente. «Questo la dice lunga sulla “solidarietà europea”», commenta amara la Bonino, che però aggiunge: «ma non sta a noi scagliare la prima pietra, anche l’Italia spesso non si è comportata bene».
A proposito di Cina: ma non è che voi Radicali, ora che siete al governo, vi siete scordati i diritti umani? Ma no, risponde la Bonino, «è che ci sono diversi modi di imporsi, e isolare un Paese non sempre funziona. Pensiamo alla Corea del Nord, che si giova del totale isolamento internazionale».

Sì alla Turchia nell’Unione Europea, dice il ministro, per tre ragioni: la sua posizione di estrema prossimità geografica al continente europeo; la necessità di rafforzare la sua scelta laica e democratica, pur nelle ovvie contraddizioni; l’aiuto che verrebbe dalla Turchia ad integrare i 25 milioni di Turchi presenti in Europa. I rapporti con l’Islam? «Sono un problema politico, non religioso. Il Corano è sempre lo stesso, cambiano i modi di applicarlo. Il re del Marocco ha promosso una legislazione progressista, il regime saudita in Arabia fa il contrario». Quindi? «Quindi bisogna promuovere sistemi politici che non utilizzino il Corano come base legislativa. La vera sfida – ripeto, tutta politica – è tra dittature e società aperte». FC

© Il Notiziario di Cortina, 2006

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