Saturday, August 19, 2006

Panella le canta ad Agnoletto: "guai a dire che Israele è uno stato criminale"

A poche ore dalla cessazione delle ostilità tra Israele e le forze di Hezbollah è già tempo di bilanci. Chi ha vinto la guerra? Per Igor Man, esperto di questioni mediorientali, ieri sera al PalaVolkswagen, «aveva ragione Rabin quando diceva: nelle guerre tra eserciti regolari e guerriglieri, i guerriglieri hanno vinto se non hanno perso, gli eserciti hanno perso se non hanno vinto». Come dire: senza vittoria definitiva non è neanche una vittoria, per Israele, che ha dovuto assaggiare i colpi di una forza probabilmente superiore alle attese. E aggiunge: «Hezbollah è una proiezione dell’Iran», D’accordo con lui Carlo Panella, che dalle colonne del Foglio si occupa di Medio Oriente, e che nel suo “Libro nero dei regimi islamici” aveva previsto a mesi di distanza l’attacco sferrato dai miliziani con la complicità di Ahmadinejad. «L’Iran è una cosa diversa da tutte le altre. Non è come la Siria o l’Iraq, regimi di generali o di élite varie. L’Iran è una rivoluzione. Mantiene la capacità di convincere parte del popolo islamico che è possibile imporre un ordine nuovo, di dargli una prospettiva ideologica e totalitaria».

Agnoletto: è anche colpa nostra
«Sì, ma in tutto questo noi occidentali abbiamo delle responsabilità», interviene Vittorio Agnoletto, ora europarlamentare. «Quando l’Occidente faceva affari con lo scià di Persia favoriva la rivoluzione incipiente. Non solo. Abbiamo armato Saddam Hussein, poi i talebani, e ora sosteniamo regimi dittatoriali come Pakistan e Arabia Saudita. Ci siamo fatti un pessimo servizio». Quanto all’attacco israeliano, per Agnoletto «Hezbollah ne è uscita estremamente rafforzata», perché ha guadagnato in termini di visibilità e consenso. «Israele è l’unica nazione che si può permettere di non rispettare le risoluzioni dell’Onu senza che nessuno dica nulla. Abbiamo il diritto di criticarla: ha commesso un vero e proprio crimine di guerra… per giunta inutile». La platea si scalda. «Un conto è dire che sbaglia, un’altra è dare della criminale a una nazione!», si risente Panella; e con lui Elazar Cohen, dell’ambasciata di Israele: «dov’era Agnoletto quando Hezbollah costruiva la sua potenza militare? Cosa ha detto per stigmatizzarlo, in sede europea?» Ma il leader noglobal non si arrende. «Mi piacerebbe che ci fosse un rappresentante palestinese qui che riferisse di quando l’esercito israeliano lo ha allertato: “entro un’ora bombardiamo la tua casa”, ed è dovuto fuggire via». Panella: «ma dove lo trovi un esercito che avverte prima di bombardare?!»

La missione Onu
E ora? Cosa dobbiamo aspettarci con l’invio delle forze di interposizione? Agnoletto è favorevole alla missione Onu, Man contrario perché paventa enormi rischi per i nostri ragazzi. Drastico Panella: «mandiamo un contingente, peraltro senza precise regole di ingaggio, che avrebbe come scopo aiutare l’esercito regolare libanese a disarmare Hezbollah. Col piccolo particolare che, a tutt’oggi, non esiste un esercito regolare libanese». FC

© Il Notiziario di Cortina, 2006

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