Ho cambiato la frase che fa da intestazione al blog. La precedente ("nella nostra società, che ha abbandonato Dio, non esistono più tragedie, ma solo grandi drammi") era tratta da un film di Tanovic, "L'enfer".
Quella che campeggia ora viene dall' "Uomo in rivolta" di Camus, e stava su una splendida inchiesta sul senso dei nostri tempi apparsa sul Foglio a fine dicembre 05, a firma di Alain Finkielkraut, dal titolo "Noi, i moderni".
Camus ha compreso con lucidità l'assenza di alternative che caratterizza la nostra epoca. Orwell, uomo del Novecento, aveva constatato la necessità di un impegno politico e sociale dell'intellettuale, nel segno di un'opzione. E' stato socialista contro il nazifascismo, democratico contro la minaccia comunista. Ha rinunciato alle torri d'avorio e ai dogmi filosofici e ha scelto di venire a patti con la realtà.
Il Novecento è stato il secolo della scelta obbligata tra alternative di vita. L'Occidente ha fabbricato i suoi demoni. Ora queste scelte ci piombano addosso e non c'è alternativa, se non tra l'azione e l'inazione, tra il volere guardare i problemi e il respingerli, tra la presa di coscienza e l'abdicazione della coscienza.
Forse l'urgenza delle decisioni e la gravità degli eventi porteranno a un ricambio. Per ora danziamo sul ciglio di un burrone. Leggiadri e incoscienti.
Tuesday, August 08, 2006
Nous ne pouvons plus choisir nos problèmes
Pubblicato da francesco c. a 1:32 PM
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