Oggi ci sono le primarie in Pennsylvania, dai toni particolarmente acuti perché si ha l'impressione che se Hillary perde qui, non vincerà più. Sul Washington Post c'è una bella mappa sociopolitica dello stato, con tante bolle e aree recintate e altrettanti approfondimenti su come votano gli elettori. Roba che nessun giornale italiano si è mai lontanamente sognata di fare con la famigerata pedemontana... ma non importa.
La Pennsylvania vota, ed è uno stato bizzarro, con un'identità divisa, geograficamente in transizione. Molto diversa da stati compatti come Massachusetts e Maryland, ad esempio. All'estremo est c'è Philadelphia, "Philly", città della rivoluzione americana, colta, illuminista, compassata, atlantica insomma; e siamo ancora dentro alla grande conurbazione del Nordest, che comincia da Boston e finisce a Washington. Se invece ci si addentra nel cuore dello stato, è tutta un'altra storia, quella dell'America industriale e rurale, che culmina con Pittsburgh, ed è già Midwest, è già entroterra. Penso alla Pennsylvania Polka, al giorno della marmotta, e così via.
Me lo aveva detto già Kevin, un amico americano che studiava a Boston ma veniva da Macungie, contea a meno di cento chilometri da New York e Philadelphia: "io sono della parte civilizzata della Pennsylvania... io non sono uno di quei morons dell'ovest". Per chi non lo sapesse, morons vuol dire bifolchi.
Tuesday, April 22, 2008
Primarie in Pennsylvania. Cos'è la Pennsylvania?
Pubblicato da francesco c. a 11:30 AM
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment