Thursday, October 25, 2007

Un po' di round-up sulle primarie americane

1) Negli USA va molto di moda in questi tempi il dibattito sulla "spilla-bandiera". Cioè la spilletta da tenere ben in evidenza sul petto con il vessillo americano stilizzato. Chi la porta e chi no: Barack Obama (candidato alle primarie democratiche), ad esempio, ultimamente non ce l'ha più. Il 17 ottobre, al Jay Leno Show, ha dichiarato: "l'ho portata a lungo dopo gli attentati dell'11 settembre, poi quando l'ho persa non l'ho più sostituita". Scusante: "molti politici la indossano ma poi si comportano in modo anti-patriottico".

2) La settimana scorsa il governatore nero e democratico del Massachusetts, Deval Patrick (la cui trionfale elezione nell'autunno '06 era stata seguita su questo blog), ha reso esplicito il suo appoggio per Barack Obama. E' al tempo stesso una mossa prevedibile e rivoluzionaria. Prevedibile perché il giovane e nero (per quanto non afroamerican, ma soltanto afro) Obama è il candidato più naturalmente vicino a Patrick; rivoluzionaria perché nel gioco delle correnti della sinistra americana ci si sarebbe aspettati che dal Massachusetts bianco, atlantico ed elitario venisse un netto supporto a Hillary. E invece.

3) E' noto: nella difficile situazione dei Repubblicani in vista delle elezioni del 2008, c'è grande incertezza tra i christian conservatives americani su quale sia il "loro" candidato alle prossime presidenziali. Rudy Giuliani? Troppo liberal. Sam Brownback? Mike Huckabee? Troppo ininfluenti. Mitt Romney? Troppo banderuola. Così nella destra religiosa c'è chi pensa di correre da soli, con un proprio candidato. La proposta è emersa durante un incontro dei conservatori a Salt Lake City. "Errore fatale", risponde Huckabee: "così favorite Hillary, anzi, le garantite l'elezione". Che è peggio.

4) La senatrice democratica del Missouri Claire McCaskill, quella che si era resa nota sempre nell'autunno scorso per le posizioni di grande apertura sulla ricerca sulle staminali (ricordate lo spot elettorale di Michael J. Fox?), adesso punta sugli scandali nella capitale, Washington D.C.. Oggetto del contendere sono i line-standers, cioè privati cittadini pagati dai lobbisti per mettersi in coda. Cioè: siccome ottenere un posto in prima fila nelle aule dove si svolgono i dibattimenti che coinvolgono gli enormi interessi delle lobby è considerato prioritario, ma siccome stare in coda tra le 10 e le 20 ore è davvero un po' troppo, i lobbisti hanno preso l'abitudine di pagare qualcuno (circa 10 $ all'ora a quanto pare) per tenere loro il posto. Ma per la senatrice McCaskill questo è troppo, è offensivo e ingiusto. Tutti siamo uguali davanti alla legge: quindi anche i lobbisti devono mettersi in coda di persona. I più avveduti dicono però che il provvedimento della McCaskill non passerà mai...

2 comments:

Anonymous said...

utilissimo 'sto round-up sulle primarie americane! qui i giornali stanno ancora parlando di lady diana..fai tu..salutiii!!

francesco c. said...

dimentica lady d e le cianfrusaglie tardonovecentesche... compresa hillary. saluti anglofili