Sono stato a vederlo ieri sera con amici. Sarà una coincidenza ma due delle serate più piacevoli che ho passato al cinema in questi mesi sono state per altrettanti documentari.
Il primo era La marcia dei pinguini, dove si muovono con la loro impressionante perfezione questi esserini che la Provvidenza ha disposto vivessero nei luoghi più impensabili, e si riunissero, si amassero, si fecondassero. Il secondo è questo splendido documentario, una vera e propria ode civile, che ha il pregio, come il primo (se è possibile un confronto tra due produzioni così differenti) di richiamarsi alle "cose prime". Paura, coraggio, amore. Soprattutto: istinto di conservazione della vita, inteso in un senso generale, che va al di là del dominio del singolo e guarda al bene della specie.
I pinguini che si stringono nel gelo e quegli esseri tremanti che a bordo di un volo dirottato optano per il "bene generale" (quanti fiumi di inchiostro e di sangue versato per questa generica definizione) provocano tutti la medesima emozione. E' un brivido giù per la schiena e un'esaltante avventura di sopravvivenza.
Utile a chi, ora, sproloquia di "reazioni fuori misura" di fronte all'istinto di morte che dobbiamo combattere.
Wednesday, July 19, 2006
United 93
Pubblicato da francesco c. a 10:57 AM
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