Tuesday, May 01, 2007

Piccola guida della Venezia Giulia per irredentisti del XXI secolo

A Albona. Sta in cima a un cucuzzolo sulla strada tra Pola e Fiume. Di Italiani ce ne sono pochi, pochissimi. Sotto al paese sta l'agglomerato minerario di Podlabin, all'inizio del Novecento era un feudo socialisteggiante. Qui le due etnie si sono fatte la guerra e almeno tredici dei nostri sono finiti nelle Foibe. Con Renato, amico napoletano, buttiamo un occhio dentro alla chiesa principale: ci sono i bambini che si preparano per la comunione, pronunciano il proprio nome al microfono uno dopo l'altro, sotto l'occhio delle mamme un po' apprensive e del parroco rustico e bonario che li riprende se parlano troppo piano. Ma in mezzo ai Radovich e ai Bogdanovich ecco "Elisa Luciani", 8 anni, biondina, scandisce il suo nome forte e chiaro. Per noi sulla soglia della chiesa è un piccolo tuffo al cuore.

B Belle Epoque. Un'orgia di belle époque ad Abbazia, sulla costa orientale dell'Istria, a due passi da Fiume. Che delizia venire a fare "la villeggiatura" nel 1910 in questa San Remo degli Asburgo, quando al gran caffè del centro venivano a suonare Strauss e l'estate volava in un passo di valzer... Ma anche vent'anni dopo, quando sotto ai porticati delle villette triestini e fiumani si trovavano a raccontare l'ultimo lavoro di Puccini. Un mondo scomparso.

C Costantinopoli. Lontana e vicina, unico tramite culturale per i Parentini e i Rovignesi e gli altri romanici della costa adriatica nell'altissimo medioevo, quando a dieci chilometri, nella campagna dell'entroterra, correvano le bande slave e la strada era dunque sbarrata. Capodistria si chiamava Giustinopoli. A Parenzo leggevano i codici nella basilica rivestita di mosaici dorati, sembra un po' Ravenna. Adesso si può andare a mangiare un buon carpaccio di pesce nel ristorante affacciato sul porticciolo.

H Harry's Bar. Ci era stato segnalato da persona accorta, sull'angolo di Piazza Oberdan, a Trieste, dove partono gli autobus per Barcola. Posto squallido. Da evitare.

K Via Kandler. Una traversa di Via Giulia. C'è un affittacamere molto carino. Da ricordare.

L Lotta Popolare di Liberazione. LPL. Così chiamarono in Jugoslavia la carneficina di Italiani praticata tra il 1943 e la fine della guerra dai partigiani titini. Una sovrabbondanza di targhe nei comuni istriani dove il turismo di massa arriva meno, per fortuna coperte dalle fronde degli alberi e dall'incuria degli abitanti attuali, che al massimo pensano ai benefici economici dell'ingresso nella UE. Sulle targhe, gli Italiani sono sempre "fascisti"; i partigiani agirono in nome dell' "amicizia italo-slava".

M Milano. "Siamo di Milano", hanno detto gli sciattoni sul corso principale di Fiume. "Non è che avete roba, o sapete dove la vendono qui..."
Milano, o più probabilmente Rozzano, Abbiategrasso, Quarto Oggiaro: che importa? Questi ragazzotti sono venuti fin qui in cerca dell'Est, concetto vaghissimo e sfumato, approdando a Fiume, ma per loro potrebbe essere Kiev, Praga o Bucarest: importa solo farsi un po' di canne, come nella periferia milanese. Li abbiamo reindirizzati a Lubiana, magari là trovano qualcosa, nelle discoteche dei sobborghi, che si dice siano più mondane e internazionali delle nostre.

N Nomi dei paesi. Laurana, Moschiena, Pinguente, Veglia, Sanvincenti. Erano pieni di musica e poesia, spesso più di quelli dei comuni rimasti italiani, nelle province di Udine e di Gorizia. Ora gli stessi luoghi si chiamano Lovran, Moscenice, Buzet, Krk, Svetvincenat. Guai a chi si dimentica il loro toponimo italiano, e chiama l'amico al cellulare dicendogli di stare a Koper anziché a Capodistria: si merita un internamento in una palazzina scrostata del socialismo reale, di quelle che stanno intorno a Rijeka, pardon, Fiume.

P Pepi. Trattoria a buffet davanti al palazzo della Borsa, a Trieste. Detto universalmente "Pepi sciavo", i Triestini sennò non capiscono. S-ciavo, cioè schiavo, cioè slavo, è l'etimologia, immune dal politicamente corretto. Sosta doverosa per una gran bella mangiata di carne. Molta senape e rafano, quasi una scoperta per l'amico napoletano che, giustamente, a malapena sa cosa siano queste stramberie nordiche.

Q Quarnero, o Carnaro. E' il golfo di Fiume, su cui si affacciano le prime isole dalmate, meta di un prossimo viaggio, spero presto. Dal 1920 al '21 D'Annunzio ci fece la Reggenza del Carnaro, ed evitò una mutilazione e un esodo forzato. Che comunque avvenne, lo sappiamo, a distanza di un paio di decenni.

S Snazionalizzazione. "La violenta politica di snazionalizzazione perpetrata dal fascismo giuliano". Tutte balle. Basta vedersi il censimento segreto del 1936. Croati e Sloveni stavano fermi sulle percentuali di quindici anni prima, dove non aumentavano addirittura. Quando Mussolini lo lesse si incazzò parecchio. Ma niente cambiò anche allora: gli occhi degli Italiani erano altrove, alla "quarta sponda" libica, alla Somalia, all'Abissinia.

T Teognide. Era un grande poeta di Megara, scrisse elegie avvolte da un cupo pessimismo per il degrado dei tempi. Era anche il nickname di un amico conosciuto su internet, e ieri conosciuto in carne e ossa, appuntamento alle dieci e mezza della sera in Piazza Unità, a Trieste. E' un incontro inaspettato, improbabile, inconsueto. Capelli rossi, carni bianche, andatura nervosa. Anche lui ha la sua modernità da criticare, la sua bella retorica densa di disprezzo per il mondo che gli cambia intorno. "Trieste non vale niente - dice - è un emporio sorto dal nulla duecentocinquant'anni fa. Non vedete come è finta, inautentica?" A me più che quello di un conservatore sembra il linguaggio dei neomarxisti, più che Teognide mi pare Walter Benjamin. E' proprio vero che gli estremi si toccano.

3 comments:

Anonymous said...

Mi piace come hai impostato, con le lettere dell'alfabeto! carinissime le descrizioni, mi hanno fatto di nuovo sorridere i tipi di Milano.. ;P

Anonymous said...

Scende una lacrimuccia. La rabbia per la perdita dei confini orientli e la nostalgia per la perduta unità delle Venezie non sono una mia prerogativa personale, allora!
Un caro saluto, appena vinco la pigrizia ti linko.

francesco c. said...

no, non sei solo. ma la partita dei confini purtroppo è persa. resta da chiedere un po' di memoria e di verità storica. stammi bene