Monday, March 30, 2009

Per Elena

L'ironia, quella di chi si trova in un brutto guaio ma si guarda e sorride: "che pasticcio, ora rimediamo... e a proposito, come stai amico mio, come va con la tua fidanzata, vieni a darmi qualche lezione di storia, dai...". Il senso di umana misura di fronte al dolore e all'ingiustizia, alla violenza del male, al valore che ha la vita. E poi eri in grado di fare poesia, Elena mia, con un gesto, una frase, il tono della voce. Anche un lamento diventava un'allegra imprecazione, un modo per mandare il tumore a quel paese.

Avevamo gioito insieme al telefono, a fine febbraio, per le cose buone che si annunciavano, mentre Guja girava sbronza per la via. La tua voce era la stessa, limpida e squillante, di quando in gita scolastica sei anni fa facevamo i cretini su e giù per il corridoio dell'albergo di Bruxelles, fingendo una scenetta porno (vestiti, ovviamente!).

Frammenti, brevi immagini di una vita grande, cara Elena. Eccoli, sono qui, non li perderò mai!
Addio!

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